Giorni di luci sotto l’albero e luminarie colorate nel centro cittadino. Il solstizio d’inverno e l’antica festa romana della luce. Curiose coincidenze che accompagnano l’annuncio che il 2015 sarà l’Anno Internazionale della luce, sostenuto da organizzazioni scientifiche di tutto il mondo e che intende promuovere una migliore comprensione politica e pubblica del ruolo centrale della luce nel mondo moderno.
Nel proclamare un Anno Internazionale incentrato sul tema della scienza della luce e delle sue applicazioni, le Nazioni Unite hanno riconosciuto l’importanza di accrescere la consapevolezza globale di come le tecnologie basate sulla luce promuovano lo sviluppo sostenibile fornendo soluzioni alle sfide globali in tema di energia, agricoltura e salute.
L’Anno Internazionale è, infatti, una straordinaria opportunità per garantire che i politici siano consapevoli del potenziale della tecnologia di settore. La fotonica fornisce soluzioni in campi di ricerca molto diversi fra loro: produzione di energia, sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici, salute, comunicazioni, agricoltura. Soluzioni di illuminazione innovative potrebbero ridurre il consumo energetico e l’impatto ambientale, riducendo al minimo l’inquinamento luminoso e facendo apprezzare a tutti la bellezza dell’Universo nel cielo notturno.
“La luce è fondamentale alla vita sul nostro pianeta attraverso la fotosintesi, ci permette di vedere indietro nel tempo profondo fino alle origini del cosmo nel big bang, ci aiuta a comunicare con gli altri esseri senzienti qui sulla terra, e forse può permetterci di dialogare con quelli che potremmo trovare nello spazio”, ha dichiarato il premio Nobel John Mather. “Einstein ha studiato a fondo la luce nello sviluppo della teoria della relatività, prendendola come costante delle leggi della natura. Ora sappiamo che anche gli elettroni e i protoni si comportano in modo simile alle onde luminose, in modi che continuano a stupirci. E l’ottica – ha concluso Mather – insieme alle tecnologie fotoniche, sviluppate per l’esplorazione spaziale, ci regala importanti ricadute in oggetti e strumenti che popolano la nostra quotidianità”.
Nell’attesa possiamo sgranare gli occhi di fronte ai cristalli cui è dedicato il 2014. Anno Internazionale della Cristallografia, la scienza che ha popolato di immagini e strutture la chimica moderna, la biologia molecolare, le scienze farmaceutiche, la fisica dello stato solido. Grazie alla cristallografia moderna il concetto di relazione tra forma e funzione si è esteso dal mondo macroscopico delle macchine meccaniche e degli organismi biologici al microscopico mondo delle macchine molecolari, dove dettagli grandi quanto un decimiliardesimo di metro determinano con precisione inesorabile le proprietà di un materiale per l’elettronica, l’efficacia di un farmaco, la funzione di un enzima.
I cristalli fanno la differenza anche per gli astronomi e i geologi che si occupano del materiale extraterrestre che finisce sulla Terra in forma di frammenti e meteoriti. Frammenti unici, come quelli ritrovati negli scorsi anni nelle collezioni del Museo di Storia Naturale di Firenze e nella regione della Kamčatka, in Russia. Otto campioni che a stento possono essere definititi cristalli, perché la loro struttura, ingrandita al microscopio, mostra una firma che la natura, qui sul pianeta Terra, non avrebbe mai saputo apporre: una struttura perfettamente ordinata, come si conviene a un cristallo, ma non periodica. Quasicristalli extraterrestri.