Trova pianeti simili alla Terra negli angoli sperduti della nostra galassia e ha all’attivo 208 pianeti scoperti (almeno questo è il numero di quelli confermati) e più di 3500 candidati. La missione spaziale della NASA Kepler fa il bilancio dopo quattro anni di attività e di scoperte. Più dei tre quarti dei pianeti candidati scoperti dalla sonda hanno dimensioni che variano da quelle simili alla Terra alle dimensioni di Nettuno (quattro volte più grande del nostro pianeta). La sfida degli astronomi è determinare se si tratti di pianeti rocciosi (come la Terra), gassosi o fatti di acqua e se la gran parte dei pianeti delle dimensioni della Terra siano rocciosi come il nostro.
Di recente Kepler ha scoperto 5 nuovi pianeti rocciosi dal 10 all’80% più grandi della Terra. Due di questi, già ribattezzati Kepler-99b e Kepler-406b, hanno dimensioni maggiori rispetto al 40% del nostro pianeta e una densità simile al piombo. I pianeti, inoltre, concludono un’orbita completa attorno alla loro stella madre rispettivamente in meno di cinque e tre giorni e ciò li rende altamente inospitali per la vita perché estremamente caldi.
Una fase importante delle ultime osservazioni sono state, poi, le misurazioni Doppler delle stelle che ospitano i pianeti candidati. Il team di ricercatori ha misurato l’oscillazione del riflesso delle stelle causata dalla forza gravitazionale del pianeta orbitante. In questo modo è stato possibile misurare la massa del pianeta: maggiore è la forza gravitazionale sulla stella, maggiore è la sua massa e quindi maggiore è l’oscillazione.
I ricercatori hanno, inoltre, utilizzato i telescopi terrestri al W. M. Keck Observatory alle Hawaii per confermare 41 degli esopianeti scoperti da Kepler e calcolare la massa di altri 16. Con una serie di dati in mano, tra cui massa e diametro, gli scienziati possono immediatamente determinare la densità del pianeta e specificare se si tratti di corpi rocciosi, gassosi o anche un misto di entrambi, come è già accaduto in passato. Le misurazioni hanno confermato che i mini-Nettuno hanno un nucleo roccioso, ma le proporzioni di idrogeno, elio e altre molecole ricche di idrogeno cambiano velocemente negli strati più superficiali. Altri, invece, non hanno neanche strati protettivi attorno al nucleo.
Una tecnica complementare utilizzata per determinare la massa e della densità di un pianeta è quella delle variazioni temporanee di transito (TTV). Con una forza gravitazionale simile a quella di un pianeta con la sua stella, i pianeti limitrofi possono attrarre altri corpi provocandone l’accelerazione e la decelerazione lungo la loro orbita. Ji-Wei Xie dell’Università di Toronto ha usato proprio questo metodo per confermare l’esistenza di 15 coppie di pianeti. La ricercatrice ha misurato la massa di 30 pianeti dalle dimensioni tra quelle della Terra e di Nettuno.
I risultati degli studi con il metodo Doppler e con il metodo TTV confermerebbero che gran parte dei pianeti più piccoli di 1,5 volte il raggio della Terra potrebbero contenere silicati, ferro, nickel e magnesio, elementi alla base sei pianeti rocciosi nel Sistema Solare. Con queste informazioni gli scienziati potranno calcolare e individuare il numero di stelle che possono ospitare questo tipo di pianeti