Ore 15:30: partenza da Santa Cruz, zero metri sul livello del mare dove, oggi, c’era una temperatura di almeno 25°C. La strada è un po’ lunga e decisamente densa di curve ma la facciamo senza intoppi, incontrando solo una manciata di automobilisti in discesa.
La vegetazione muta tre volte, si passa dalle palme alle conifere e, infine, a dei bassi cespuglietti, unici ignari testimoni del fatto che ci troviamo sulla Terra e non su Marte. Sì perché l’affascinante paesaggio rosso e brullo ha un che di “alieno”.
Ore 17:00: arrivo all’Osservatorio del Roque de Los Muchachos, 2400 metri sul livello del mare, sole accecante e grande emozione appena ci si rende conto di essere giunti a destinazione; una delle prime cupole che si vedono è quella del Nordic Optical Telescope (NOT) dei nostri colleghi scandinavi. E poi ecco il Gran Telescopio Canarias, chiamato anche GranTeCan, coi suoi 10,4 metri di diametro e finalmente, più in alto ancora, il nostro Telescopio Nazionale Galileo (TNG) riconoscibile per la sua tipica cupola ottagonale!
Prima tappa alla Residencia, hotel e mensa di proprietà dell’Istituto Astrofisico delle Canarie (IAC) che sorge a poco lontano dal TNG, dove prendiamo possesso delle nostre stanze. Si ha la sensazione di essere veramente sul tetto del mondo, perché sotto di noi c’è un mare di nuvole. Un leggero malessere, come un capogiro, a causa degli effetti del brusco cambiamento di quota sulla pressione sanguigna, che però passa in cinque minuti dopo qualche biscotto e un buon caffè caldo.
Ore 17:30: si riprende l’auto e si sale verso il TNG. Ma subito è troppo forte la tentazione, nonostante i divieti di accesso, di andare a vedere da vicino MAGIC, il Major Atmospheric Gamma-ray Imaging Cherenkov Telescope. Si tratta del più grande telescopio gamma al mondo. Costruito e gestito da un consorzio di scienziati in prevalenza italiani, tedeschi e spagnoli, consiste di due grandi paraboloidi di 17 metri di diametro ed è in grado di rivelare raggi gamma di origine extraterrestre per studiare l’origine dei raggi cosmici e altri fenomeni di fisica e di astrofisica. Il primo paraboloide ha iniziato la raccolta dati nel 2004; il telescopio gemello, a 85 m dal primo, nel giugno 2009.
Sono splendidi con il paesaggio, i caseggiati e gli altri oggetti intorno che vi si specchiano rovesciati e con le proporzioni sfalsate.
Ed ecco finalmente che arriviamo al TNG (Telescopio Nazionale Galileo) riconoscibilissimo proprio per la sua cupola diversa dalla altre, squadrata e ottagonale. Abbiamo chiesto lumi di questa particolare conformazione al Direttore della Fondazione Galileo Galilei TNG, Emilio Molinari: “La cupola del TNG è stata copiata da quella del New Technology Telescope (NTT) in Cile, progettata per lasciare che l’aria esterna entri seguendo un flusso laminare, ossia creando la condizione migliore per la stabilità termica degli specchi e la qualità delle immagini. Insomma, tutto progettato per migliorare quello che chiamiamo seeing di cupola cioè quelle micro-turbolenze che degradano la visione perfetta del nostro specchio ad ottica attiva. Un’unica pecca: in tutti quegli interstizi, sulla copertura esterna, d’inverno col brutto tempo, il ghiaccio si blocca un giorno in più del normale! Ma questo nell’arido deserto cileno non lo potevano sapere.”
Ci troviamo ora a 2387 metri sul livello del mare ad appena 350 metri più in alto di MAGIC dove tira un vento incredibile che spalanca i portelloni dell’auto e sembra che ti porti via! Sotto si vede, già aperta, la cupola del GranTeCan. Ancora qualche fotografia e si entra.
Sono le 18:40. Saliamo in cupola dove troviamo Daniele Carosati, operatore al telescopio della Fondazione Galileo Galilei (FGG), che sta aprendo la cupola e ci fa salire spiegandoci che c’è qualche problemino perché i motori che aprono le paratie sono andati fuori fase e quindi è necessario fare un intervento manuale. Che sia stato El Duende del TNG? El Duende, letteralmente il Folletto, è una figura fantastica immaginata dagli astronomi quando si manifestano dei fenomeni improvvisi di questo tipo. Chissà! Niente di male, anzi, per noi è un’occasione per visitare la cupola del TNG. Bellissima esperienza, nonostante il vento freddo che soffia a 40 chilometri orari!
Approfittiamo quindi per perlustrare l’edificio a 3 piani, a partire dal piano più alto dove si trovano le due zone corrispondenti ai fuochi Nasmyth del TNG, con i collegamenti ai diversi strumenti del telescopio passando al piano del basamento del telescopio, una parte cilindrica che racchiude il pilastro centrale. Attenzione: bisogna seguire sempre le frecce per non perdere l’orientamento quando la cupola sta girando! Infine, scendiamo al piano terra, dove trovano posto le officine e la sala di controllo da cui astronomi e operatori gestiscono le osservazioni.
Ore 19:30: tutto pronto, si parte! Ci troviamo ora nella control room, con l’astronomo Ennio Poretti dell’INAF di Brera, che ci spiega come all’inizio si devono far partire tutta una serie di operazioni pianificate che permettono di mettere in funzione lo strumento. Stanotte è il turno di HARPS-N (High Accuracy Radial velocity Planet Searcher in North hemisphere), lo spettrografo ad alta risoluzione definito il “cacciatore di pianeti extrasolari” dell’emisfero Nord, per distinguerlo dal suo “quasi” gemello, HARPS, montato al telescopio di 3.6m dell’ESO in Cile, che opera da oltre dieci anni. HARPS-N ha visto la sua prima luce nell’aprile 2012 e l’anno scorso ha permesso di “caratterizzare” il pianeta extrasolare Kepler-78b, il pianeta più simile alla nostra Terra finora scoperto, determinandone le principali caratteristiche fisiche, quali per esempio la massa e il raggio.
Ora che la parte tecnica è pronta si fanno partire le operazioni scientifiche. Si controlla prima di tutto il fuoco del telescopio per non perdere tempo osservativo durante la notte. La ricerca del fuoco e’ una procedura automatica che richiede circa 7 minuti, cercando di adeguarsi il più possibile alla situazione teorica.
Ore 19:42: con 5 minuti di anticipo sulla schedula inizia la notte osservativa. Di tanto in tanto veniamo scosse dallo squillo di una… campanella! Che ci fa mai una campanella nella control room? Il TNG ha appena completato una qualche operazione e allora “sveglia” l’astronomo osservatore con un tono… un po’ alto!
*foto © Sabrina Masiero (INAF – OAPd e FGG-TNG)