Per il mito greco i figli di Andromeda erano nove, avuti dall’eroe Perseo. L’omonima galassia, che spicca in cielo con la stessa bellezza della figura mitologica da cui ha preso il nome, di figlie ne ha molte di più: fino a oggi gli astronomi ne hanno contate almeno 20, chiamate progressivamente Andromeda I, II, III e via così. Sono galassie satellite che, proprio come per la nostra Via Lattea, circondano la galassia principale.
Ora un gruppo di ricercatori del danese Niels Bohr Institute, dell’Università di Cambridge e del Max Planck Institute tedesco hanno individuato un fascio di stelle in una delle galassie satellite più esterne, Andromeda II. Si tratta di una galassia nana molto piccola – per intenderci, meno dell’1% della Via Lattea. E le stelle che ospita hanno caratteristiche mai osservate prima: con il loro movimento sono dei veri propri indizi mobili della storia della galassia, la memoria storica di ciò che è avvenuto milioni e milioni di anni fa.
Gli astronomi infatti dal moto delle stelle di Andromeda II hanno capito che ciò che osserviamo è in realtà il risultato di uno scontro tra due galassie nane precedenti. Un fatto piuttosto insolito: la fusione di due galassie di massa così piccola non era mai stata registrata prima d’ora.
Scontri tra titani erano invece all’ordine del giorno nell’Universo giovane: secondo gli astronomi l’attuale conformazione dello spazio si è ottenuta a forza di collisioni tra galassie vicine, da cui derivavano galassie più grandi. Ancora oggi le galassie con massa maggiore continuano ad attrarre quelle più piccole a causa della forza di gravità, e spesso le inglobano aumentando così ancora di più la loro massa.
Ma in alcuni casi le galassie più piccole riescono a sfuggire al destino di essere “mangiate” da galassie più grandi. È quello che è successo ad Andromeda II, che insieme alle sue sorelle ha iniziato a orbitare attorno alla più grande M31, nome in codice di Andromeda. Eppure anche per lei a quanto pare non sono mancati gli urti: in particolare con un’altra galassia nana che orbitava attorno alla galassia madre, e con cui Andromeda II si è fusa.
Gli astronomi se ne sono accorti proprio grazie al movimento insolito delle stelle della galassia satellite.
“Le stelle nelle galassie nane spesso si muovono in modo casuale, ma non è il caso di Andromeda II” ha detto l’astrofisico italiano Nicola Amorisco, prima firma dell’articolo apparso ieri su Nature. “Abbiamo osservato un flusso di stelle che si muovevano in modo diverso dalle altre: formavano un anello quasi completo e ruotavano attorno al centro della galassia”.
La scoperta è stata il frutto di una proficua collaborazione internazionale tra gruppi di ricerca diversi. I primi a notare l’anomalia di Andromeda II sono stati alcuni astronomi americani guidati da Marla Geha, che hanno misurato le velocità di oltre 700 stelle in “AndII”, comodo soprannome della galassia nana.
Dopo aver registrato l’insolito movimento delle stelle, i ricercatori hanno passato i dati ad Amorisco e ai suoi colleghi Glenn van de Ven e Wyn Evans, già noti per la loro esperienza di simulazione dei movimenti di stelle nelle galassie.
I tre hanno rianalizzato le velocità stellari, trovano la spiegazione dell’anomalia: AndII è così agitata dal moto delle sue stelle perché risente dello scontro con l’altra galassia nana che ha inglobato, scontro avvenuto secondo gli astronomi almeno 3 miliardi di anni fa. Come una gigantesca ruota animata, le stelle ancora oggi testimoniano vorticosamente quell’antica battaglia tra galassie.