Le nuove immagini del telescopio Submillimeter Array (SMA) restituiscono una vista ancora più dettagliata dei vivai stellari all'interno della nebulosa Serpente, offrono nuovi particolari su come nascono le stelle massicce.
Il confronto fra le osservazioni di Herschel e quelle di SMA. Crediti: Herschel/EPoS/ESO
Il sinuoso baffo scuro che dà il nome alla Nebulosa Serpente nasconde al suo interno alcuni semi cosmici, nubi di gas e polvere che contengono tutti gli ingredienti utili per la nascita di stelle massicce. Formazioni di questo tipo di solito pesano tra 5 e 25 volte la massa del Sole, e ciascuno di essi si estende solo poche migliaia di unità astronomiche.
Grazie ad alcune nuove immagini telescopio hawaiano Submillimeter Array (SMA) possiamo ora sbirciare in questi processi con un dettaglio mai raggiunto prima.
“Per sapere come si formano le stelle, dobbiamo osservarle nelle loro fasi iniziali, e SMA è un ottimo telescopio per farlo”, spiega Ke Wang dell’European Southern Observatory (ESO) che ha condotto le nuove indagini.La nebulosa Serpente, che dista circa 11.700 anni luce dalla Terra in direzione della costellazione Ofiuc, si estende per quasi 100 anni luce, ed è considerata un vero e proprio vivaio stellare, con il potenziale per poter formare diverse stelle massicce, pesanti circa 8 volte il nostro Sole.
Il team ha studiato due punti specifici all’interno della nebulosa, etichettati nella foto sopra con le sigle P1 e P6. A una prima occhiata sia P1 che P6 sembrano due semplici ammassi nebulosi dalla forma sferica. Ma il dettaglio delle osservazioni ottenute con SMA ha permesso di osservare nei particolari le strutture dei due punti analizzati e di contare così al loro interno untotale di 23 semi cosmici più piccoli, ovvero quelle zone leggermente incandescenti che porteranno alla fine alla nascita di una o più stelle. Le immagini ad alta risoluzione SMA hanno inoltre permesso di differenziare per età ogni seme.
Secondo alcune teorie le stelle di grande massa si formerebbero esclusivamente all’interno di nuclei massicci e isolati. Ma queste nuove rilevazioni sembrano mostrare una realtà differente. “Le stelle di grande massa si formano in gruppo”, ha detto il co -autore Qizhou Zhang dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics. “È un affare di famiglia”.
Licenza per il riutilizzo del testo:
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie tecnici necessari al funzionamento e di cookie utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Rifiutando l’uso di cookie di terze parti alcune funzionalità del sito (es. le mappe interattive o i widget social) non saranno disponibili.Ho capito, acconsentoRifiutoLeggi di più