Era già notte, il 4 marzo dello scorso anno, quando un vastissimo incendio divampato all’interno di Città della Scienza di Napoli mandò in fumo praticamente l’intero science center della struttura-gioiello di Bagnoli. Oltre 12mila metri quadrati di spazi espositivi e interattivi ridotti in macerie, e impresse per sempre nella memoria di chi quel rogo lo ha visto con i propri occhi e nelle immagini drammatiche subito ritrasmesse in rete. Sin dalle primissime ore si parlò di attacco alla città, alla scienza, alla speranza di riscatto. Perché anche se non era chiaro – non lo è tutt’ora, dopo un anno di indagini – da chi provenisse, quell’attacco, sulla sua natura dolosa non c’erano dubbi. Ma sin dalle primissime ore si capì anche che Città della Scienza sarebbe rinata. L’indignazione, la partecipazione commossa, le offerte di aiuto arrivarono da tutto il Paese e non solo.
Oggi, a un anno esatto di distanza, Città della Scienza riapre simbolicamente le sue porte al pubblico. Porte, sottolinea ai microfoni di Media INAF Luigi Amodio, direttore della Fondazione Città della Scienza, che in realtà non si sono mai chiuse. «Oggi siamo aperti come sempre siamo stati aperti da quel giorno dell’incendio. Non abbiamo mai smesso di condurre le nostre attività, seppure in luoghi diversi da quelli che ospitavano lo science center andato distrutto».
«La cosa più importante è che oggi si pongono le basi anche politiche e amministrative per la ricostruzione dello science center. Oggi pomeriggio verrà firmato l’accordo di programma fra il governo, gli enti locali e noi », continua Amodio, riferendosi al piano da quasi 60 milioni di euro per la ricostruzione e il riammodernamento di Città della Scienza. «Non era scontato che, dopo quel che è successo un anno fa, noi fossimo in grado di ripartire in questo modo. Certo, abbiamo lavorato molto, ma abbiamo avuto dalla nostra parte anche tantissimi cittadini, tante istituzioni scientifiche, insomma c’è stata una forte volontà di veder ripartire la nostra istituzione».
E sono davvero innumerevoli le persone e le istituzioni che hanno espresso il loro sostegno a Città della Scienza in quest’anno. Quasi un milione di euro è stato raggiunto in donazioni attraverso SMS e bonifici di privati cittadini, scuole, associazioni, enti e aziende pur di veder risorgere al più presto lo science center: «un esempio di scienza interattiva fra i migliori al mondo», l’ha definito Fabiola Gianotti nel suo videomessaggio di saluto dal Cern, «e una dimostrazione della creatività e dell’intelligenza italiana».
Guarda il servizio su INAF-TV, con l’intera intervista a Luigi Amodio: