Il progetto Morpheus, che la NASA ha voluto per garantire nuove tecnologie di atterraggio a basso costo, infila un nuovo successo. Il piccolo robot ha provato l’ebrezza del volo libero ancora una volta ed è andato più in alto, più veloce, e più lontano che mai.
Il test denominato in codice FF9 ha avuto inizio ieri alle 15:41 ora locale del Kennedy Space Center di Cape Canaveral. Gli oltre 1.000 chilogrammi del robot NASA si sono alzati a quota 177 metri per compiere un tragitto di circa 250 metri ad una velocità prossima ai 50 km/h. 85 secondi di volo per Morpheus che si è posato sul bersaglio con un errore di appena 30 centimetri.
La miscela di ossigeno e metano servita da propulsione per il lander, tanto per dare un’idea, sarebbe bastata per mandare in briciole il monumento a Washington, l’obelisco di marmo eretto a Washington D.C. per commemorare il padre fondatore e primo presidente degli Stati Uniti d’America.
Prossimo passo: integrare il robot con sensori di atterraggio autonomo e prevenzione rischi (ALHAT), che permetteranno a Morpheus di riconoscere un terreno pericoloso e riprogrammare il percorso in modo da garantire un atterraggio più sicuro. Tutto da solo. Una capacità quanto mai preziosa, se guardiamo a futuri atterraggi su territori oggi inesplorati come alcune regioni della Luna, la superficie degli asteroidi o la complessa topografia di alcuni pianeti.
“Non è mai stato fatto. Non siamo mai atterrati sulla Luna o su Marte con un dispositivo capace di riconoscere il pericolo in tempo reale e reagire con una manovra evasiva appropriata,” spiega Jon Olansen, che è stato project manager di Morpheus fino al 2012. “La maggior parte delle missioni verso Marte sfruttano la tecnologia airbag. Vanno dove vanno, rotolano e si fermano dove possono. Come viene, viene”. Con ALHAT le cose potrebbero cambiare radicalmente.
Iniziata nel luglio 2010, l’avventura del progetto Morpheus ha subito una battuta d’arresto nel 2012 a seguito di un brutto incidente che ha coinvolto uno dei prototipi, andato in fiamme durante una prova di volo. Nel giugno 2013 un secondo test è stato annullato. Agli ingegneri NASA è toccato riprogettare tutto da capo. Diverse parti del motore sono state sostituite integralmente e la strumentazione di bordo è stata alquanto semplificata. Il 10 dicembre 2013 il lander ha portato a termine con successo il suo primo volo verticale e da allora il progetto ha ripreso forza. L’obiettivo per l’agenzia spaziale statunitense è quello di avere in tempi brevi un lander capace di decollo e atterraggio con un carico di trasporto di mezza tonnellata.