La NASA s’appresta a rinnovare il guardaroba dei suoi astronauti. A togliere ogni dubbio sulla necessità di dare una svecchiata alle EMU, le tute spaziali in uso da ormai 35 anni per le attività extraveicolari, è stata probabilmente la brutta avventura vissuta da Luca Parmitano l’estate scorsa, quando una perdita d’acqua ha messo a repentaglio la sicurezza dell’astronauta italiano mentre si trovava all’esterno della Stazione spaziale.
A dire il vero, è da tempo che l’agenzia statunitense s’è messa al lavoro su una nuova collezione di modelli per le EVA (extra-vehicular activity), tanto che nel 2012 uno di questi – nome in codice Z-1 – si era piazzato fra le migliori invenzioni dell’anno secondo il settimanale Time. Il modello presentato in queste ultime settimane, un prototipo chiamato Z-2, ne è il successore. Pensate con l’occhio rivolto alle future missioni interplanetarie, le tute della serie Z-2 devono confrontarsi con problemi assai diversi da quelli che potrebbero presentarsi durante una “normale” passeggiata spaziale. Stando a quanto anticipato dalla NASA, le Z-2 saranno innovative sotto parecchi punti di vista: progettate per muoversi sulla superficie d’un pianeta, completamente collaudate nel vuoto e sviluppate con l’aiuto di scanner laser 3D e di stampanti 3D. Disegno e scelta dei materiali promettono di renderle anche particolarmente comode, robuste e adattabili, garantisce la NASA.
Ma in quanto a estetica? In fondo, sono pur sempre capi da indossare. E non c’è alcun dubbio che le loro “sfilate”, se così vogliamo chiamarle, quanto ad audience sono destinate a far impallidire anche la più quotata fra le passerelle parigine. Ecco allora che alla NASA hanno pensato bene di sentire il parere del pubblico. Tre le proposte presentate: “Biomimicry”, d’ambientazione sottomarina, gioca con le gradazioni del blu, e i suoi ghirigori elettroluminescenti ricordano le creature degli abissi; “Technology” vuole essere un omaggio alle tute del passato, quelle indossate dai protagonisti dei primi film di fantascienza; “Trends in Society”, infine, strizza l’occhio alla quotidianità, proiettando il concetto di abito sportivo al di fuori dei confini terrestri.
Per ammirarle in dettaglio (in 2D e 3D) ed esprimere la vostra preferenza, potete andare sul sito del Johnson Space Center.
Rimanendo invece più con i piedi per terra, o meglio sulla Stazione spaziale, ecco su INAF-TV un “provato per voi” dell’ESA che mette a confronto due capi celebri come la EMU (tuta americana) e la Orlan (tuta russa):