Alzi la mano chi, guardando il cielo la notte, ha osservato almeno una volta qualcosa che lo ha spinto, anche solo per un attimo, a pensare: “Ma che cos’è quella cosa lì? Sarà mica… un UFO?”. Scie luminose, punti brillanti che si muovono velocissimi nel cielo o rimangono fermi per un lunghissimo tempo, spostandosi poi molto lentamente. Anche i più scettici, a volte, possono trovare difficile una spiegazione immediata a questi fenomeni e giustamente, si interrogano. E ci interrogano. Spesso giungono al nostro ufficio telefonate di persone allarmate o semplicemente incuriosite che hanno visto oggetti luminosi apparire nei cieli della sera o della notte. Si cerca allora di capire qualcosa in più, chiedendo l’ora dell’avvistamento, la direzione, le caratteristiche della sorgente luminosa. Spesso gli eventi segnalati riguardano aeromobili in volo, a volte piccoli bolidi o meteore, satelliti artificiali o anche pianeti. E a volte, anche stelle.
Ma come si può confondere una stella con un oggetto volante non identificato? Se la stella è molto brillante, il suo fulgore e il suo intenso scintillìo possono trarre in inganno molte persone. E questo è proprio il caso di Sirio, la stella più luminosa dell’emisfero settentrionale. La si può ancora osservare in queste sere di marzo, bassa verso sud già sul fare della sera, per declinare verso sud-ovest e tramontare poco prima della mezzanotte. E una sua particolarità che non può certo sfuggire è come la sua luce cambi rapidamente colore, passando velocemente dal giallo al rosso e poi al blu, donandole anche un leggero tremolio. In realtà questo caleidoscopio di colori non è frutto di una intelligenza aliena in gita sul nostro pianeta, ma un effetto proprio dell’atmosfera terrestre. Nonostante Sirio sia una stella piuttosto grande, circa doppia per dimensioni e massa al nostro Sole, la sua distanza di quasi 9 anni luce la rende un semplice puntino ai nostri occhi. Quando la sua luce, dopo il suo lungo viaggio, incontra l’atmosfera del nostro pianeta, si trova ad attraversare numerose celle di aria, ognuna di differente densità, velocità e dimensione. Ognuna di queste celle agisce come una lente, rifrangendo e distorcendo la luce via via che scende verso terra e restituendo così ai nostri occhi e ai nostri binocoli e telescopi un’immagine continuamente cangiante per forma e posizione. Questo fenomeno della turbolenza atmosferica lo conoscono bene proprio gli astronomi e gli astrofisici, che hanno imparato a ‘combatterlo’ con dei sistemi in grado di ridurlo sensibilmente e sfruttare così al meglio le potenzialità dei più grandi telescopi operativi a Terra.
Che cosa produce però il continuo cambiamento di colore di Sirio, così come per le altre stelle? Anche in questo, caso, il responsabile è proprio l’atmosfera e la sua turbolenza, che separano e sparpagliano in modo caotico e continuo i colori di cui è composta la luce degli astri. Niente UFO in tutto ciò, quindi. Ma rimane inalterato il fascino di gustarsi una splendida notte piena di stelle e del loro terrestre scintillio.