Il telescopio di NASA ed ESA Hubble non delude mai. Tra le più belle immagini ricevute dagli astronomi ci sono sicuramente quelle delle comete, come questa rilasciata dalla NASA e scattata dal telescopio spaziale lo scorso 11 marzo con la Wide Field Camera 3. Si tratta di C/2013 A1, anche conosciuta come Siding Spring, ed è una cometa non periodica (cioè il cui passaggio e percorso orbitale non è facilmente prevedibile) scoperta nel gennaio del 2013 e che passerà il prossimo 19 ottobre a 300mila chilometri da Marte – meno della metà della distanza tra la Terra e la nostra Luna.
L’immagine sulla sinistra mostra la cometa a una distanza di 568 milioni chilometri dalla Terra: Hubble non può vedere il nucleo gelido di Siding Spring a causa della sua dimensione. Il nucleo, infatti, è circondato da una nube di polvere incandescente che misura di “solo” 19mila chilometri di diametro. Sulla destra, invece, la foto mostra la cometa dopo essere stata analizzata dai computer della NASA: è stato rimosso l’alone brillante della testa rivelando una coppia di getti opposti che partono dal nucleo. Questa osservazione dovrebbe consentire agli astronomi di misurare la direzione del polo del nucleo, e l’asse di rotazione.
Hubble ha osservato Siding Spring anche lo scorso 21 gennaio quando la Terra stava attraversando il suo piano orbitale (cioè il percorso che la cometa compie attorno al Sole): questo posizionamento dei due corpi ha permesso agli esperti di determinare la velocità della polvere della coda. La quantità e l’entità dei grani di polvere sono delle informazioni da non sottovalutare “nel caso di un impatto con Marte o con veicoli spaziali in orbita attorno al Pianeta rosso”, ha detto Jian-Yang Li del Planetary Science Institute di Tucson, Arizona. La chioma, infatti, dovrebbe avvolgere l’intero pianeta e c’è anche la possibilità che si generi uno sciame meteorico. Il rischio per i rover e per le sonde è molto alto.
La cometa è ora all’interno del raggio dell’orbita di Giove e gli esperti sono sicuri che non diventerà mai sufficientemente luminosa da essere visibile ad occhio nudo dalla Terra: al massimo potrà raggiungere l’ottava magnitudine. C/2013 A1 raggiungerà il suo perielio, cioè il suo massimo avvicinamento al nostro Sole, il prossimo 25 ottobre, ad una distanza di poco più di 200 milioni di chilometri – ben al di fuori dell’orbita terrestre.