Era il 24 dicembre del 1968 quando l’astronauta dell’Apollo 8 William Anders scattò l’ormai celebre foto “Earthrise”, in cui si vede il nostro pianeta “sorgere” dai crateri della Luna. Una delle foto più belle e influenti mai scattate. Quarantasei anni dopo gli esperti della NASA hanno deciso di replicare lo scatto tramite gli obiettivi del Lunar Reconnaissance Orbiter.
L’immagine che vedete qui sopra è stata scattata il primo febbraio di quest’anno per un caso fortuito, come spesso accade nello spazio. L’orbiter ha puntato per un momento la sua fotocamera (LROC) lontano dalla superficie lunare per ricalibrare la sua posizione. Durante queste operazioni è raro che accada qualcosa. Questa volta però la Terra si trovava proprio nel campo visivo della wide-angle camera (WAC) permettendo agli studiosi di realizzare questo meraviglioso scatto.
L’immagine è il risultato di un montaggio di diversi scatti realizzati a differenti lunghezze d’onda della luce. Quello che appare nell’immagine è proprio ciò che vedremmo dalla Luna se ci trovassimo lì: a luminosità e i colori vividi del nostro pianeta sono esattamente quelli che vedremmo con i nostri occhi a 349mila chilometri di distanza. Il giorno prima dello scatto la Luna si trovava al suo perigeo, cioè alla minima distanza dalla Terra. Anche se dalla foto potrebbe sembrare così, vista dalla Luna la Terra in realtà non “sorge” esattamente come il Sole visto dal nostro pianeta. Proprio come la Luna, che ci mostra sempre la stessa faccia, la Terra rimane sempre più o meno nella stessa posizione nel cielo se vista da qualsiasi angolo della Luna. L’effetto del “sorgere” e del movimento è dato dall’orbita di LRO.
Gli obiettivi montati sulle camere dell’orbiter non scattano fotografie come faremmo noi sulla Terra con lo smartphone o con una camera digitale “normale”. Nell’animazione in alto è possibile vedere come lavora la WAC e che filtri usa mentre scatta le immagini.