Copernico e Newton, Sacrobosco e Fontana, Clavio e Piccolomini sono alcune delle figure di spicco dell’astronomia occidentale. I loro testi, preziosa testimonianza della trasformazione del pensiero umano e scientifico, testimoniano l’immensa eredità che gli astronomi moderni devono onorare. La tutela, la valorizzazione e lo studio di quei volumi, conservati gelosamente nella biblioteca dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Capodimonte, rappresentano, quindi, obiettivi fondamentali per preservare alle future generazioni un patrimonio così importante. L’Osservatorio di Napoli, con la giornata di studio sull’editoria scientifica del Cinquecento, organizzata in collaborazione con l’Associazione Italiana Biblioteche, ha presentato, il 30 maggio, il lungo e articolato lavoro, durato ben quattro anni, che ha condotto alla digitalizzazione di 120 volumi rari e di pregio e alla pubblicazione del raffinato catalogo Le Cinquecentine dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte curato da Emilia Olostro Cirella e Giovanna Caprio. “La pubblicazione del catalogo delle Cinquecentine rappresenta la naturale conclusione di un progetto complesso, ma nel contempo entusiasmante, che ha consentito di organizzare un viaggio ideale attraverso 6 secoli di storia dell’astronomia – dice Massimo Della Valle, Direttore dell’Osservatorio – rendendo finalmente accessibile ad una vasta audience di appassionati e specialisti il patrimonio librario della biblioteca dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte”.
Il progetto di valorizzazione del patrimonio antico è stato promosso dalla biblioteca dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e cofinanziato dalla Regione Campania con fondi POR FESR 2007/2013. In linea con le strategie delineate nell’ambito del progetto regionale “La cultura come risorsa”, questo lavoro costituisce una assoluta novità per le biblioteche dell’Istituto Nazionale di Astrofisica impegnate nella tutela del patrimonio e della sua promozione attraverso le potenzialità offerte dal web. A breve, infatti, anche il patrimonio antico di altri Osservatori confluirà, insieme a quello di Capodimonte, nel portale dei beni culturali dell’INAF che verrà presentato a metà giugno. Il progetto ha inoltre permesso alla biblioteca di Capodimonte di aderire al Servizio Bibliotecario Nazionale catalogando e depositando le copie digitali dei suoi volumi per una più ampia diffusione del proprio patrimonio librario di pregio. É stata fatta una importante selezione di 120 opere rare, stampate tra il XV e il XIX secolo, e di una serie di annate di periodici scientifici di area napoletana, che da oggi consentono di mostrare a tutti importantissimi frammenti dell’evoluzione scientifica. Le delicate fase di riordino del fondo antico hanno anche consentito di individuare preziosi testi, come ad esempio alcuni raffinati e miniati manoscritti, nascosti sotto le pergamene di altri volumi. Inoltre sono stati sottoposti a restauro conservativo 85 opere.
Tra le oltre 82.000 immagini della collezione digitale della biblioteca dell’Osservatorio di Capodimonte che si possono sfogliare nella teca virtuale di Internet Culturale, il portale delle biblioteche e delle più prestigiose istituzioni culturali italiane, curato e diretto dall’ICCU (Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle biblioteche italiane), ci sono il famoso Tractatus de sphaera di Johannes de Sacrobosco, edito nel 1488, probabilmente il testo di astronomia pre-copernicana più letto fino al XVII secolo nelle università europee. Tra le edizioni del Cinquecento fanno spicco alcuni capisaldi della storia del pensiero scientifico universale, su tutti la prima e la seconda edizione del De reuolutionibus orbium coelestium di Niccolò Copernico, rispettivamente datate 1543 e 1566, esemplari che recano evidenti segni degli interventi operati dalla censura. Tra le opere del XVII secolo ci sono varie edizioni napoletane, tra queste la Lettera sopra l’opinione de’ Pittagorici, e del Copernico, della mobilità della terra e stabilità del sole del padre carmelitano Paolo Antonio Foscarini, opera assai rara stampata a Napoli nel 1615 e messa all’indice nel 1616. Estremamente interessante è il testo di Francesco Fontana Nouae coelestium, terrestriumque rerum obseruationes, pubblicato nel 1646. Il volume dell’astronomo napoletano raccoglie, oltre a bellissime mappe lunari, inedite osservazioni di Venere, Marte, Giove e Saturno. Per dare infine una panoramica complessiva del materiale custodito in biblioteca, sono state inserite nella collezione digitale anche alcune opere settecentesche come le preziose edizioni inglesi dei Philosophiae naturalis principia mathematica di Isaac Newton e la raccolta completa degli atlanti stellari.