La Settima Commissione del Senato ha concluso il giro consultivo degli enti di ricerca. “Gli enti hanno messo in luce i molti problemi che attanagliano il settore – ha affermato il vicepresidente Fabrizio Bocchino, senatore del gruppo misto e ricercatore egli stesso – ma a molti di questi sono stati indicate anche le soluzioni dagli stessi presidenti degli epr”.
Certo il mondo della ricerca sembra oggetto di una continua attenzione da parte dei governi che si sono succeduti negli anni, favorevoli a riordini che però si sfilano senza raggiungere le reali finalità: risparmio, efficienza e maggiore ricerca. Solo due anni or sono il ministro Profumo cancellava gli enti di ricerca a favore di un super Cnr. Ora si torna a parlare di un’agenzia per la ricerca, operazione anche condivisibile ma di non facile attuazione, non poi a costo zero, anche se appare curioso voler rendere più efficiente un sistema senza spendere. È come dover rifare il tetto per evitare che prova dentro senza spesa.
Al di là di questo, i vertici degli enti di ricerca, almeno dei più grandi, si sono detti favorevoli e disponibili a ridisegnare il settore, da Nicolais a Ferroni passando per Bignami, con editoriali e interviste. Una disponibilità che sembra cadere nel vuoto come già in passato. Forse perché partono da un presupposto non corretto: il bene della ricerca.
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