È la cometa dell’anno, la più temuta dai marziani. Ebbene sì, parliamo di Siding Spring (per gli addetti ai lavori conosciuta con la sigla C/2013 A1), che passerà il prossimo 19 ottobre a 138mila chilometri da Marte – meno della metà della distanza tra la Terra e la nostra Luna. Lo scorso maggio il satellite Swift della NASA ha scattato questa immagine della cometa: queste osservazioni a raggi ultravioletti sono le prime a rivelare quanto rapidamente la cometa stia producendo acqua e permettono agli astronomi di stimare meglio la sua dimensione.
“La cometa Siding Spring sta facendo il suo primo passaggio attraverso il sistema solare interno e sta vivendo la sua prima forte esperienza con le altissime temperature del Sole”, ha detto il ricercatore Dennis Bodewits, astronomo presso l’Università del Maryland College Park (UMCP). “Queste osservazioni sono parte di una campagna di due anni portata avanti dalla NASA con Swift per vedere come l’attività della cometa si sviluppi durante il suo viaggio”. Per gli esperti Siding Spring è una vera e propria miniera d’oro perché contiene alcuni tra i più antichi materiali che gli scienziati da decenni cercano nell’Universo. Il nucleo della cometa (vale a dire la parte solida) è un denso agglomerato di gas ghiacciati mescolati con polvere: in pratica quella che in gergo viene chiamata “palla di neve sporca”. Polveri e gas vengono risucchiati dalla cometa durante tutto il viaggio nel Sistema solare. Ciò che attiva la cometa è la trasformazione di materiale congelato da ghiaccio solido a gas, un processo chiamato sublimazione: mentre la cometa si avvicina al Sole e si riscalda, i gas fuoriescono dal nucleo, portando con sé grandi quantità di polvere che riflettono la luce del sole e illuminano la cometa. Con circa due volte e mezzo la distanza della Terra dal Sole (2,5 unità astronomiche, o AU), la cometa si è riscaldata a tal punto che l’acqua diventa il principale gas emesso dal nucleo.
Tra il 27 e il 29 maggio, l’Ultraviolet/Optical Telescope (UVOT) di Swift ha catturato una sequenza di immagini della cometa in viaggio nella costellazione Eridano a una distanza di 368 milioni di chilometri dal Sole. Mentre UVOT non può rilevare direttamente molecole di acqua, può rilevare, invece, la luce emessa dai frammenti che si formano quando la luce solare ultravioletta rompe acqua: nello specifico di parla di atomi di idrogeno e molecole di idrossile (OH). “Sulla base delle nostre osservazioni, si calcola che, al momento delle osservazioni, la cometa stesse producendo circa 2 miliardi di miliardi di miliardi di molecole d’acqua (equivalenti a circa 49 litri) ogni secondo,” ha detto il membro del team Tony Farnham, un ricercatore senior a UMCP. A questo ritmo, la cometa Siding Spring potrebbe riempire una piscina olimpionica piscina in solo 14 ore.
Queste cifre sono state fondamentali per gli esperti, perché per la prima volta sono riusciti a stimare le dimensioni della cometa, circa 700 metri. C/2013 A1 raggiungerà il suo perielio, cioè il suo massimo avvicinamento al nostro Sole, il prossimo 25 ottobre, ad una distanza di poco più di 200 milioni di chilometri – ben al di fuori dell’orbita terrestre. Al momento del suo passaggio ravvicinato su Marte, l’intero pianeta verrà ricoperto da gas e polveri, ma non dovrebbero esserci rischi per i rovere e i lander che si trovano sul Pianeta rosso.