LE IMMAGINI DELLA CAMERA OSIRIS

La cometa prende forma

La distanza che separa la sonda Rosetta dal suo obiettivo, la cometa Churyumov-Gerasimenko è pari alla distanza dalla Terra di una satellite meteorologico in orbita geostazionaria. Sebbene ancora poco definita nelle immagini di OSIRIS si intravede la forma della cometa

     03/07/2014

img1_PR_BIGNon manca molto. Ormai la distanza che separa la sonda Rosetta dal suo obiettivo, la cometa Churyumov-Gerasimenko è pari alla distanza dalla Terra di una satellite meteorologico in orbita geostazionaria. E non manca di cogliere l’occasione la camera OSIRIS a bordo della sonda che ci mostra, con dettagli fin qui mai visti, il nucleo della cometa, del quale gli scienziati cominciano a farsi un’idea della forma.

Ma soprattutto lascia presagire i molti dettagli che questa camera potrà ottenere man mano che l’obiettivo si avvicina, un obiettivo raggiunto dopo dieci anni di viaggio nello spazio profondo.

“Se si guarda da vicino, la cometa appare un po’ sfocata e sembra coprire una zona più ampia”, commenta il Principal Investigator di OSIRIS, Holger Sierks, del Max Planck Institute che insieme al consorzio CISAS dell’Università di Padova ha sviluppato la camera.

Dall’immagine non si ha un’idea della chioma della cometa, effetto dovuto al settaggio della camera. Man mano che Rosetta si avvicinerà a 67P, la sigla della cometa Churyumov-Gerasimenko, la camera OSIRIS produrrà immagini a sempre più alta dimensione fino a una dimensione di 20×20 pixel (circa cento volte in più delle attuali).

La missione Rosetta è una missione dell’Agenzia Spaziale Europea, con un contributo della NASA e ha numerosi strumenti a partecipazione italiana a bordo: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) a guida scientifica dell’INAF-IAPS, GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) a guida scientifica dell’Università Parthenope di Napoli, e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS (Optical Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System) a guida scientifica dell’Università di Padova.zoom5-100ms

Inoltre il Lander Philae è il frutto della collaborazione di un consorzio composto da DLR (agenzia spaziale tedesca), dal Max Planck Institute per la Ricerca nel Sistema Solare, dal CNES, l’agenzia spaziale francese e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). A bordo del lander, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni SD2 (Sampler Drill & Distribution), a guida scientifica del Politecnico di Milano, ed il sottosistema dei pannelli solari.