IL PROSSIMO «PICCOLO ENORME PASSO» DELLA NASA

L’era spaziale che verrà

L’Agenzia spaziale statunitense celebra il 45esimo anniversario dell’Apollo 11 illustrando quel che ci attende nell’esplorazione dello spazio. Una visione in cui missioni scientifiche, asteroidi e nuovi vettori fanno da sfondo all’ambizione ultima: il viaggio di andata e ritorno per Marte.

     15/07/2014
Un'impronta a metà strada fra il suolo lunare a quello marziano: questa l'immagine evocativa scelta dalla NASA per celebrare la ricorrenza dello sbarco sulla Luna e illustrare i programmi per il futuro. Crediti: NASA

Un’impronta a metà strada fra il suolo lunare e quello marziano: questa l’immagine evocativa scelta dalla NASA per celebrare la ricorrenza dello sbarco sulla Luna e illustrare i suoi programmi per il futuro. Crediti: NASA

Ancora cinque giorni e l’umanità si troverà a celebrare il 45esimo anniversario dello sbarco sulla Luna. Ancora cinque anni, il 20 luglio del 2019, e sarà trascorso mezzo secolo da quel piccolo, gigantesco, passo che ha fatto la storia. E alla NASA colgono l’occasione per anticipare al mondo quali saranno i giganteschi balzi in calendario per il mezzo secolo a venire.

Marte innanzi tutto. Il manifesto d’intenti dell’Agenzia, già dalla prima frase, sottolinea come gli esseri umani che per primi cammineranno su Marte stanno già muovendo i loro passi sulla Terra. E prosegue con Path to Mars: il programma di sviluppo tecnologico del trasporto spaziale che, grazie alle esperienze maturate con la Stazione spaziale, dovrebbe portarci a essere in grado di compiere un viaggio d’andata e ritorno verso il pianeta rosso. Un sogno ormai a portata di mano per la NASA, un’impresa irrinunciabile per Buzz Aldrin, il secondo uomo a mettere piede sulla Luna: la sua speranza, ha dichiarato al Washington Post, è che il 20 luglio 2019 il successore di Obama, parafrasando Kennedy, impegni gli Stati Uniti a guidare, nell’arco di vent’anni, la colonizzazione di Marte.

Prima di Marte, però, ci sono gli asteroidi nel mirino della NASA. È in programma per il 2019 una missione robotica volta a catturare – per poi parcheggiarlo in orbita attorno alla Luna – un pezzo d’asteroide, se non addirittura un piccolo NEO tutto intero. E per la metà degli anni Venti sarà invece un equipaggio umano, promette l’Agenzia, a mettere piede su un asteroide per staccarne qualche campione. Una missione, quest’ultima, propedeutica a quella marziana, a bordo di una navicella Orion trasportata da un vettore Space Launch System: i “veicoli spaziali più all’avanguardia mai costruiti”, si legge sul sito, la meravigliosa coppia destinata a portarci, appunto, su Marte e oltre.

Ancora, nel documento di visione della NASA, le tappe che ci attendono nell’immediato futuro, anno per anno, da qui al 2019. Si comincia con il flyby di New Horizons attorno a Plutone (2015) per poi passare, l’anno successivo, alle due missioni marziane InSight (NASA) ed ExoMars (ESA). Il 2017 dovrebbe essere l’anno del ritorno all’agognata autonomia statunitense, affidata a voli commerciali, nei trasporti umani da e per la ISS. E nel 2018 sarà il turno del costosissimo James Webb Space Telescope, il telescopio spaziale destinato a raccogliere, in quanto successore designato di Hubble, il più impegnativo dei testimoni.

Questo per quanto riguarda il futuro. A rivolgere lo sguardo al passato, celebrando l’impresa dell’Apollo 11 e d’una nazione intera, ci ha pensato in prima persona l’amministratore della NASA Charles Bolden, rievocando in un messaggio video i ricordi personali di quella mitica notte, trascorsa trattenendo il respiro, con la moglie Jackie e i compagni del Naval Air Training Command, davanti a un piccolo televisore in bianco e nero.

Guarda il video messaggio di Charles Bolden: