Poche migliaia di chilometri separano ormai la sonda Rosetta dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko e i primi risultati scientifici cominciano ad arrivare, lasciandoci letteralmente a bocca aperta. Il 6 agosto potremo finalmente festeggiare l’arrivo all’orbita della cometa, con un evento celebrativo alla sede ESA di Darmstadt in Germania.
Grazie alle prime immagini di OSIRIS, lo strumento scientifico ad immagini a bordo di Rosetta, siamo in grado di vedere le strutture sulla superficie della cometa 67P. La risoluzione ottenuta per ora è di circa 100 metri per pixel, e ci permette già di notare che la zona centrale appare più brillante rispetto al resto del nucleo.
Come già indicato dalle prime immagini, la cometa 67P potrebbe essere composta da due parti: una testa, più piccola, ed un corpo più massiccio. La zona di connessione, il “collo”, è al momento la più interessante. “L’unica cosa che sappiamo per certo al momento è che la regione del “collo” appare più brillante del resto del nucleo”, dice Holger Sierks del Max Planck Institute for Solar System Research in Germania, Principal Investigator dello strumento OSIRIS.
Sebbene le immagini catturate ad una distanza di 5500 km abbiano ancora una risoluzione relativamente bassa, questi primi dati ricordano la cometa 103P/Hartley. Questa cometa fu osservata nel 2010 dalla missione EPOXI della NASA durante un flyby, una manovra di sorvolo ravvicinato. Se da un lato le estremità della Hartley mostravano una superficie piuttosto ruvida, la parte centrale era invece molto più levigata. Gli scienziati ritengono che questo sia un effetto di tipo gravitazionale: siccome nella parte centrale risiede il centro di massa del sistema, è molto probabile che la porzione di materiale rilasciato che non riesce ad abbandonare il campo gravitazionale della cometa si depositi in quella zona.
Un’altra spiegazione per la brillantezza del “collo” di 67P potrebbe risiedere in una differenza di composizione sulla superficie del nucleo cometario. Nelle prossime settimane il team di OSIRIS analizzerà i dati spettrali della regione del “collo” in cerca di indicazioni più precise sui materiali che la compongono. Allo stesso tempo, il team continuerà a lavorare sull’immagine tridimensionale della cometa, che ci permetterà di apprezzare una forma sempre più dettagliata del suo corpo.
Nel frattempo Rosetta sta continuando il suo viaggio verso la cometa, e il 6 agosto, dopo oltre dieci anni di viaggio nel Sistema Solare, raggiungerà il nucleo di 67P, diventando la prima sonda spaziale ad incontrare e scortare una cometa nel suo percorso verso il Sole. Per festeggiare l’arrivo alla cometa, l’ESA sta organizzando una giornata celebrativa presso l’European Space Operations Centre di Darmstadt, in Germania. L’evento sarà seguito in diretta da MEDIA INAF.
I giornalisti interessati a partecipare possono accreditarsi su questa pagina.
Per maggiori informazioni e il programma dettagliato della giornata, consultare la pagina web dedicata.
Rosetta è una missione dell’ESA con contributi dei suoi stati membri e della NASA. Il lander Philae è stato sviluppato da un consorzio internazionale a guida di DLR, MPS, CNES e ASI. La partecipazione italiana alla missione consiste in tre strumenti scientifici a bordo dell’orbiter: VIRTIS (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer) sotto la responsabilità scientifica dell’INAF-IAPS, GIADA (Grain Impact Analyser and Dust Accumulator) sotto la responsabilità scientifica dell’Università Parthenope di Napoli, e la WAC (Wide Angle Camera) di OSIRIS (Optical Spectroscopic and Infrared Remote Imaging System) sotto la responsabilità scientifica dell’Università di Padova. A bordo del lander, è italiano il sistema di acquisizione e distribuzione dei campioni SD2 (Sampler Drill & Distribution), sotto la responsabilità scientifica del Politecnico di Milano, e il sottosistema dei pannelli solari.
Per maggiori informazioni su Rosetta, visitate la pagina: solarsystem.iaps.inaf.it/rosetta