Ora comincia davvero a fare paura. Mancano ormai meno di tre mesi al passaggio ravvicinato della cometa Siding Spring attorno a Marte, e il timore è che la nube di detriti che si porterà appresso possa causare danni alle sonde in orbita attorno al pianeta. La nube, prevedono gli astronomi, sarà formata da minuscole particelle sparate a oltre 200mila chilometri orari. Velocità alle quali anche un frammento microscopico, pochi decimi di millimetro, rischia di trasformarsi in un proiettile letale, potenzialmente in grado di mettere fuori uso un satellite.
La data cerchiata in rosso nei calendari delle tre agenzie spaziali coinvolte – statunitense, europea e indiana – è quella di domenica 19 ottobre, quando la distanza fra la rotta di C/2013 A1 Siding Spring (questo il nome completo) e quella di Marte toccherà il punto minimo: appena 132mila km separeranno il nucleo della cometa dalla superficie del pianeta. Meno di un decimo della distanza dell’incontro più ravvicinato di cui si abbia notizia fra una cometa e la Terra. Per quella data, le sonde in orbita attorno a Marte dovranno essere state poste in zona di sicurezza, pena il rischio d’impatti devastanti. Manovre che la NASA sta compiendo proprio in questo periodo.
I satelliti potenzialmente a rischio sarebbero cinque. C’è la sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea, che già dallo scorso febbraio sta mettendo a punto le contromisure. Ci sono i due orbiter della NASA Mars Odyssey e Mars Reconnaissance Orbiter. È in arrivo MAVEN, la sonda dell’agenzia spaziale statunitense per lo studio dell’atmosfera marziana, il cui ingresso nell’orbita di Marte è in programma per il 21 settembre, dunque circa un mese prima del flyby con la cometa. E appena tre giorni più tardi, il 24 settembre, sarà il turno della missione Mangalyaan, l’orbiter marziano dell’agenzia spaziale indiana, con arrivo programmato alla meta giusto in tempo per non perdersi l’appuntamento con il brivido.
La NASA, dicevamo, sta già correndo ai ripari, riprogrammando le rotte dei suoi satelliti così che il 19 ottobre non si trovino a incrociare i temutissimi detriti. Il 2 luglio è stato il turno del Mars Reconnaissance Orbiter, che verrà ulteriormente riposizionato il 27 agosto. Il 5 agosto sarà invece alterata la rotta di Mars Odyssey. Il 9 ottobre infine, 10 giorni prima del flyby, toccherà a MAVEN. Nessun rischio, invece, per i due rover in attività sul suolo del pianeta rosso, Curiosity e Opportunity. La pur rarefatta atmosfera marziana sarà infatti densa a sufficienza, calcolano gli scienziati, per scongiurate l’impatto di micrometeoriti pericolosi.
Tutti in posizione, dunque, e non solo per proteggere la carrozzeria: il flyby, visto da Marte, si annuncia di grande interesse scientifico, anche perché è la prima volta che questa cometa penetra fino al Sistema solare interno. I sensori delle sonde e dei rover saranno quindi all’erta per raccogliere quante più informazioni possibile. Mars Odyssey, in particolare, analizzerà le proprietà termiche e spettrali della chioma della cometa e la coda, mentre Mars Reconnaissance Orbiter e MAVEN si concentreranno entrambi sugli effetti indotti dal passaggio della cometa sull’atmosfera marziana.
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