BATTERI SOPRAVVIVONO NEL SALE CRISTALLIZZATO

Vita aliena, sotto sale?

Uno studio spagnolo mostra come le cellule di Escherichia coli entrino in uno stato di ibernazione all'interno di spettacolari modelli di sale essiccato, per poi 'risvegliarsi' a contatto con l'acqua; un risultato che se confermato può significare molto per l'astrobiologia: i batteri potrebbero essere utilizzati come bioindicatori nella ricerca di vita nell'ambiente estremo di Marte, o del satellite di Giove, Europa

     28/07/2014
La fitta trama di sali essiccati che si forma lasciando interagire cellule di Escherichia coli e sale comune. Crediti: J. M. Gomez Gomez.

La fitta trama di sali essiccati che si forma lasciando interagire cellule di Escherichia coli e sale comune. Crediti: J. M. Gomez Gomez.

“Una sorpresa inattesa, un risultato imprevedibile. Ho introdotto un gruppo di cellule di Escherichia coli in un soluzione di acqua salata e mi sono reso conto che i batteri erano in grado di modellare lo sviluppo e la crescita dei cristalli di cloruro di sodio, […] e sopravvivere”. È sincero stupore quello che trapela dalle parole di José María Gómez, ricercatore presso il Laboratory of BioMineralogy and Astrobiological Research (LBMARS) dell’Università di Valladolid-CSIC, Spagna.

Per la prima volta viene rilevata una interessante interazione tra microrganismi e sale: quando alcune cellule di Escherichia coli vengono introdotte in una goccia d’acqua salata e si lascia asciugare, i batteri manipolano la cristallizzazione del cloruro di sodio per creare strutture biominerali complesse, dove poter raggiungere uno stato di ibernazione. In seguito, se il sale essiccato viene reidratato, i batteri si ‘risvegliano’ e riacquistano tutte le funzioni vitali. La scoperta, fatta da Gómez  quasi per caso e con un microscopio domestico, è finita in copertina sulla rivista Astrobiology e di fatto potrebbe essere utile per trovare segni di vita su altri pianeti.

Escherichia coli è una delle forme viventi più studiate dai biologi. Finora però nessuno aveva notato cosa questo microrganismo fosse in grado di fare all’interno di una semplice goccia di acqua salata: creare una fitta trama di cristalli di sale in cui trovare rifugio quando la soluzione si asciuga. “Nel giro di poche ore – ha spiegato Gómez – la goccia d’acqua che si è asciugata lasciando posto a uno splendido arazzo di cristalli di sale modellato in una complessa architettura a tre dimensioni.

Il dato più interessante è il processo di sospensione cui sono sottoposti i batteri all’interno di questi sali dalla geometria frattale, un vero e proprio stato di ibernazione da cui possono uscire grazie a un piccolo bagno reidratante. Un risultato che se confermato avrebbe importanti ricadute in astrobiologia: “La ricchezza e la complessità di queste formazioni – ha dichiarato Gómez – è un bioindicatore nella ricerca di vita nella ricerca di vita in ambienti estremi fuori dal nostro Pianeta, come la superficie di Marte o del satellite di Giove, Europa”.

LBMARS partecipa allo sviluppo dello strumento Raman RLS del rover ExoMars, che l’Agenzia Spaziale Europea vuole spedire sul pianeta rosso entro il 2018. La scoperta del team spagnolo potrebbe fare la differenza nella ricerca di possibili tracce biologiche. L’esperimento può fungere da modello nel calibrare gli strumenti e nei test di rilevamento.

“Come i batteri controllino il processo di cristallizzazione della molecola NaCl è, però, tutto da capire. Come pure il motivo per cui la struttura dei microorganismi riesca a sopravvivere all’essiccamento”, ha affermato Gómez. Chissà che la vita su altri pianeti non si conservi sotto sale.