Le galassie che fanno da lente di ingrandimento per gli astronomi non sono una novità, come non è una novità che, una volta verificata la teoria di Einstein che ipotizzava l’effetto della lente gravitazionale, questa potesse essere usata ai fini di studiare oggetti celesti sempre più lontani.
Ma la sorpresa nella quale si sono imbattuti gli astronomi che con i dati del telescopio spaziale Hubble stavano studiando l’ammasso IRC 0218, è di averne trovata una massiccia e lontana (il combinato disposto dei due fattori) come mai in precedenza.
Si trova a 9,6 miliardi di anni luce, è una galassia ellittica mostro che supera la precedente detentrice del record di 200 milioni di anni luce. L’effetto lente gravitazionale di queste galassie è reso possibile dal fatto che sono così grandi e massicce da piegare la luce e non è facile trovarle in una regione di cielo così limitata come quella osservata nell’occasione.
Come non è facile trovare allineate, una dietro l’altra, le galassie o altri oggetti cosmici, così da sfruttarne l’effetto. E se questo avviene più facilmente con galassie relativamente vicine, è assolutamente raro con galassie così lontane nello spazio e remote nel tempo.
L’oggetto dietro questa lontana lente cosmica è una piccola galassia a spirale con una significativa formazione stellare, posta a circa 10,7 miliardi di anni luce dalla Terra. L’opportunità offerta da questa “galassia lente” è quella di studiare una giovane galassia agli albori dell’universo, una galassia a spirale che sembra crescere non tanto per l’intensa formazione stellare, ma soprattutto perché acquisisce un enorme quantità di materia oscura, che come sappiamo costituisce la gran parte della materia, di cui la materia ordinaria, quella che vediamo, è di appena il 15%.
I membri del team Kenneth Wong e Sherry Suyu dell’Accademia Sinica Istituto di Astronomia e Astrofisica (ASIAA) in Taipei, utilizzando l’effetto “lensing” rispetto alla galassia allineata hanno calcolato che la massiccia galassia in primo piano ha una massa pari a 180 miliardi di volte il nostro Sole ed è una galassia enorme per l’epoca. Non solo ma è una delle più brillanti del lontano ammasso di galassie denominato IRC 0218.
In principio gli astronomi ipotizzavano che materia oscura e ordinaria si equivalessero, ma la lontana galassia osservata attraverso questa “antica” lente gravitazionale conferma che la materia oscura è predominante rispetto all’ordinaria e che tale galassia diverrà molto più massiccia della Via Lattea e con una componente di materia oscura maggiore.
Lo studio è apparso su Astrophysical Journal Letters del 10 luglio