L’immagine che l’ESO ci propone ha molto del contributo dell’astronomia italiana. E’ stata infatti ottenuta con il VST, il VLT Survey Telescope, il telescopio ad ampio campo più grande al mondo nella luce visibile, frutto della collaborazione dell’INAF con l’ESO e con un ruolo determinante dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Capodimonte a Napoli (vedi Media INAF).
L’immagine proposta è ricca di dettagli della galassia Messier 33. Questa spirale vicina, la seconda tra le grandi galassie in ordine di distanza dalla nostra galassia, la Via Lattea, è ricca di ammassi stellari brillanti e nubi di gas e polvere.
Messier 33, nota anche come NGC 598, si trova a circa tre milioni di anni luce da noi, nella piccola costellazione settentrionale del Triangolo. Spesso chiamata la galassia del Triangolo, fu osservata dal cacciatore di comete francese Charles Messier nell’agosto del 1764 e inserita al posto numero 33 nella sua famosa lista di nebulose e ammassi stellari brillanti. Egli però non fu il primo a registrare questa galassia a spirale: il primo a documentarne la presenza fu infatti con molta probabilità l’astronomo siciliano Giovanni Battista Hodierna circa cent’anni prima.
Questa immagine è stata scattata dal VST (VLT Survey Telescope), un telescopio per survey da 2,6 metri all’avanguardia con un campo di vista circa due volte la dimensione della Luna piena.
Tra le tante regioni di formazione stellare nei bracci a spirale di Messier 33 spicca la gigantesca nebulosa NGC 604. Con un diametro di quasi 1500 anni luce è una delle più grandi nebulose a emissione note. Si estende su un’area di circa 40 volte la dimensione della parte visibile della ben più famosa — e ben più vicina — Nebulosa di Orione.
La Galassia del Triangolo è il terzo membro per dimensione nel Gruppo Locale di galassie che comprende la Via Lattea, la galassia di Andromeda e circa 50 altre galassie più piccole. In una notte molto limpida e buia, questa galassia è appena visibile a occhio nudo ed è considerata l’oggetto celeste più lontano visibile senza supporti ottici. Le condizioni di visibilità non possono che migliorare sul lungo periodo, ma solo per i molto pazienti: la galassia si sta avvicinando a noi a una velocità di circa 100 000 chilometri all’ora.