No. Non è certo un nuovo tipo di disciplina olimpica. Ve l’immaginate? Europei di atletica 2014, Zurigo: Libania Grenot che vola sulla pista dei 400 a caccia del meritato oro per l’Italia, mentre maschi nerboruti si affrontano ingrugniti sulla pedana del lancio del peso, e intanto, sulla Stazione Spaziale Internazionale, a 400 chilometri di altezza sulle Alpi svizzere, il russo Oleg Artemiev si cimenta nel primo – straordinario – lancio di un satellite.
No. Non è il genere di cosa che salta agli occhi sfogliando la Gazzetta, sotto l’ombrellone. Avete ragione.
Ma gli astronauti in passeggiata spaziale, lunedì scorso sulla ISS, un piccolo satellite di ricerca peruviano lo hanno lanciato per davvero: a mano, lasciandolo cadere nella bassa orbita terrestre dando inizio alla sua missione di osservazione della Terra. La prima per il Perù.
Il russo Oleg Artemiev ha potuto mettere in orbita il nanosatellite, una scatola del diametro di una decina di centimetri impugnata con il guantone destro della sua tuta, lasciandolo cadere delicatamente nello spazio della Stazione Spaziale, come da programma concordato.
Uno, due, tre: qualcuno si è messo a contare in russo. E Artemiev ha lasciato la presa. Chasqui – questo il nome del satellite peruviano, in onore degli agili corridori che consegnavano messaggi e documenti reali attraverso i territori dell’impero Inca – si è allontanato piano, inquadrato dalla fotocamera montata sul casco del compagno di Artemiev, Alexander Skvortsov, anche lui in libera uscita sul cielo della ISS. In meno di mezz’ora il satellite ha raggiunto l’orbita calcolata.
Il satellite contiene una serie di strumenti per misurare temperatura, pressione, e alcune fotocamere per raccogliere immagini del Pianeta. Si tratta di un primo esperimento di sviluppo tecnologico per la National University of Engineering di Lima.
Conclusa l’operazione, Artemiev e Skvortsov si sono poi concentrati sull’installazione di nuova strumentazione scientifica sull’esterno della parte russa della Stazione Spaziale, recuperando vecchie attrezzature. Compresi i frammenti di una finestra del vano abitabile. Gli ingegneri russi vogliono verificare l’eventuale presenza di residui lasciati dai veicoli che hanno agganciato la stazione.
Il lavoro degli astronauti in passeggiata spaziale ha portato via cinque ore. È la seconda uscita per i cosmonauti russi, arrivati da pochi mesi sulla ISS. Attualmente il laboratorio orbitante ospita anche un altro russo, due americani e un tedesco.
Le uscite per gli statunitensi per ora sono in standby. La NASA spera di riprendere le passeggiate il mese prossimo, quando la società SpaceX dovrebbe riuscire a rifornire la ISS di nuove batterie per le tute spaziali a bordo.