Una secchiata di acqua ghiacciata per Elon Musk, fondatore e amministratore delegato di SpaceX, la Space Exploration Technologies Corporation che da anni riscrive le frontiere della tecnologia NASA. La colpa non è di Bill Gates che pure lo ha nominato nella Ice Bucket Challenge a favore della sclerosi laterale amiotrofica, che tanti Vip sta coinvolgendo anche dalle nostre parti con una raccolta fondi originale ed efficace (oltre 100.000 euro solo in Italia nelle ultime 48 ore).
La doccia gelida arriva dai test del Falcon 9 Reusable, ultima evoluzione del Grasshopper Reusability Test Program, esploso in volo a pochi secondi dal lancio durante una manovra di decollo e atterraggio controllato.
Seguendo il modello commerciale, già da qualche anno SpaceX sta lavorando a un progetto di vettori riutilizzabili, capaci di resistere al rientro e completare una procedura di atterraggio in volo verticale che permetta di tagliare drasticamente i costi di un biglietto A/R per lo spazio. Vertical takeoff, vertical landing per le cavallette a razzo di Musk, che su Twitter ha commentato: “Dei razzi non ci si può fidare”.
La spiegazione ufficiale, riportata sul sito di SpaceX, naturalmente sottolinea come l’avaria sia frutto di un test particolarmente complesso, che ha portato il F9R oltre ogni limite rispetto al passato: “I progetti di ricerca e sviluppo servono proprio a rilevare eventuali anomalie del veicolo”.
Di fatto la nuova tecnologia non è in grado di riportare a terra un razzo tutto intero, per il momento. Ma il cantiere è aperto. Un missile completamente riutilizzabile potrebbe essere la svolta fondamentale nel ridurre sostanzialmente il costo di accesso allo spazio. F9R si posiziona attorno ai 50 milioni di dollari. Se teniamo conto dei costi di carburante per ciascun volo (200.000 dollari, appena lo 0,4% del prezzo totale) è facile capire che il grosso della spesa sta proprio nella realizzazione di un razzo vettore che, di fatto, è progettato per volare una sola volta e disintegrarsi al rientro in atmosfera.
Nel video la cavalletta razzo spicca un salto di un chilometro nel cielo per poi esplodere nel corso della manovra di riposizionamento e atterraggio. Una procedura di autodistruzione innescata dagli stessi tecnici della SpaceX per ragioni di sicurezza, a seguito di un’avaria registrata dalla strumentazione.
Il Grasshopper Reusability Test Program aveva già previsto dieci prove di decollo e atterraggio verticale per verificare l’efficacia del vettore composto da un primo stadio del Falcon 9 (il razzo attualmente utilizzato da SpaceX e NASA con vuoti a perdere), un motore Merlin 1D e quattro gambe in acciaio dotate di ammortizzatori idraulici.
La NASA prosegue nel suo tentativo di fare a meno della Soyuz, e spera di poter progettare in tempi brevi vettori capaci di andare e tornare dallo spazio, in sicurezza. Per il momento, bisogna aspettare.