Un passo dopo l’altro, piano piano, per non scivolare sulla superficie lunare come su una buccia di banana. Mantenere la posizione verticale in un ambiente a bassa gravità non è semplice, e la storia dell’esplorazione del nostro satellite naturale abbonda di esempi di astronauti finiti a gambe all’aria, appena messo piede sulla Luna.
Un nuovo studio, appena pubblicato su PLoS ONE e condotto da un team internazionale di ricercatori, sotto la guida dei docenti della York University Laurence Harris e Michael Jenkin, suggerisce che la ragione di questo equilibrio precario dipenda esclusivamente dalla debole gravità lunare, insufficiente a fornire informazioni chiare al sistema di orientamento degli astronauti.
L’uomo non sarebbe fatto per stare in equilibrio sulla Luna, insomma. “La percezione di orientamento relativo di se stessi nello spazio è molto importante, non solo per mantenere l’equilibrio, ma anche per molti altri aspetti della percezione sensoriale”, spiega Laurence Harris. “Riconoscere un volto, un oggetto, prevedere la curva di caduta di qualcosa nello spazio, tutto dipende dalla nostra corretta percezione della realtà. Un errore può alterare la comprensione dello spazio e minacciare l’equilibrio di una persona che utilizzi punti di riferimento sbagliati per mantenere l’equilibrio”.
Lo studio si basa sui dati raccolti in ambiente microgravità dal Centre for Vision Research di York a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, durante il progetto Bodies in the Space Environment finanziato dall’agenzia spaziale canadese.
Utilizzando una centrifuga a braccio corto messa a disposizione dall’Agenzia Spaziale Europea, il gruppo di ricerca ha potuto simulare campi gravitazionali di diversa intensità. Una volta elaborato un test percettivo ad hoc, i ricercatori hanno poi potuto verificare quale fosse la soglia minima di gravità oltre la quale un uomo rischi di perdere l’equilibrio. Siamo a circa il 15% della gravità terrestre, qualcosa di molto simile alle condizioni che si trovano sulla Luna.
Meglio andare a passeggiare su Marte. Che con una gravità del 38% rispetto a quella terrestre, dovrebbe garantire le condizioni sufficienti a garantire un ottimo orientamento agli astronauti, in vista di future missioni sul pianeta rosso.
“Se il cervello non può fare affidamento su una gravità sufficiente a determinare dove stiano il sopra e il sotto, un astronauta può trovarsi in qualche modo disorientato nello spazio che lo circonda, fatto che costituisce un pericolo in casi di emergenza”, sottolinea Michael Jenkin. “È quindi fondamentale capire come ci si possa muovere in questo tipo di ambiente ‘ostile’ già a Terra, prima dell partenza”.