Einstein non c’è mai stato, naturalmente. In realtà è la bellissima isola Polvese sul lago Trasimeno, ribattezzata per l’occasione col nome del mitico Albert, che più a sud di Milano non credo fosse mai stato. La ragione è ovvia: da tre anni l’isola Polvese ospita eventi di comunicazione della scienza come spettacolo, all’insegna del “divertimento intelligente”. Donde, ovviamente, il nome di isola di Einstein.
L’obiettivo è mettere insieme lo spettacolo tradizionale delle dimostrazioni scientifiche alla Michael Faraday, quelle che dal 1825 affascinano adulti e ragazzi con esperimenti ad effetto. L’idea è anche quella di far incontrare scienziati, divulgatori , artisti, attori, giocolieri, creativi di ogni genere e chieder loro di farsi ispirare da fenomeni naturali, cioè fisici, e immaginare esperimenti che possano far spettacolo, ma anche far capire.
Il successo arriva subito, dalla prima edizione del 2012, con oltre 3000 persone che si imbarcano sui traghetti che collegano San Feliciano all’Isola e per tutta una giornata, sorridono, applaudono, partecipano e scoprono di fronte agli spettacoli di divulgatori che arrivano da tutta Europa. Già, perché la dimensione internazionale è la caratteristica dell’evento: l’anno scorso, in un giorno e mezzo ospita circa 6000 visitatori di tutte le età: famiglie, turisti che vogliono isolarsi per una giornata e godere del piacere di pensare, ispirati dalla scienza.
Stavolta, nel 2014 l’evento è ormai pronto per occupare un interno week-end, con 30 spettacoli realizzati sempre da ospiti che arrivano da tutta Europea e da paesi del Mediterraneo. Un evento, l’edizione di quest’anno dell’Isola di Einstein, che in tre giorni sfiora le 70 performances. Senza contare le due serate speciali: una dedicata alla ricerca della vita dentro e fuori il sistema solare, l’altra a scienza e musica. Un’idea che in una manciata di anni è diventata una solida realtà, unica nel panorama italiano ed Europeo.
Astrofisica e musica: un’accoppiata affascinante e perfetta per rendere fruibile la scienza ad un pubblico vasto, vario e di tutte le età. Per l’occasione, l’argomento vita extraterrestre mi è sembrato il più adatto. Da mezzo secolo andiamo a visitare da vicino, e in qualche caso a grattare, la superficie di corpi del nostro sistema solare: pianeti, satelliti, comete, asteroidi. Non ci abbiamo trovato niente di vivo, finora, ma abbiamo appena cominciato a cercare davvero. Magari sulla cometa di Rosetta o sotto la superficie di Marte, in tempi brevi, potremmo trovare qualche molecola interessante, anche se non piccoli omini verdi.
E poi racconterò di tutti i nuovi pianeti che stiamo trovando più lontano da noi, nel nostro vicinato galattico, con i nuovi telescopi operativi da terra e dallo spazio, come la missione Gaia della ESA. Tra loro ci sono simil-Terre, e certamente alcune sono abitabili, e poi… poi si potrà anche far volare la fantasia, sull’isola di Einstein. Perché nulla vieta di immaginare forme di vita intelligente là fuori, capaci, per esempio, di farsi sentire attraverso i nostri radiotelescopi.
Soprattutto per i più giovani, è molto stimolante (e divertente) immaginare come si potrebbe parlare ad un “alieno”, magari per scoprire che la matematica, dopotutto potrebbe essere utile. Si vedrà Einstein che, con una bacchetta in mano, comincia a disegnare nella sabbia il teorema di Pitagora davanti al solito omino verde. Il quale, con sorpresa di tutti, gli toglie la bacchetta e finisce lui il quadrato sull’ipotenusa. Che bravi questi alieni.