Lo Square Kilometer Array (SKA) con le sue migliaia di chilometri quadrati di estensione, tra Australia e Sud Africa, e le sue migliaia di antenne nelle diverse lunghezze d’onda della radioastronomia, è uno dei più ambiziosi progetti mai pensati dall’uomo, sia dal punto di vista tecnologico, per la sfida che rappresenta, sia dal punto di vista scientifico per i traguardi che potrebbe far raggiungere.
L’INAF ha da sempre creduto in questo progetto, tanto da essere nel gruppo iniziale dei suoi sostenitori, tra i fondatori del Consorzio SKA con sede provvisoria a Manchester. E’ obiettivo dell’INAF condurre l’Italia nel progetto con un ruolo determinante sia dal punto di vista tecnologico sia scientifico. Si spiegano così i due incontri avuti ieri prima al ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e poi al ministero per lo Sviluppo Economico da parte del Presidente dell’INAF, Giovanni Bignami che accompagnava una delegazione del consorzio SKA, guidata dal suo Direttore Generale Philip Diamond.
«Sono stati due incontri molto importanti», dice Bignami. «Ringrazio prima di tutto il ministro Giannini per la disponibilità dimostrata: abbiamo avuto modo di far incontrare la delegazione del Consorzio Ska con i delegati del MIUR sia per gli aspetti scientifici sia politici. Lo stesso vale per il ministero dello Sviluppo Economico, al quale abbiamo chiesto di supportare il progetto per quella che chiamo l’astronomia industriale».
Astronomia scientifica e astronomia industriale è il binomio che rende il progetto SKA così ambizioso. Per ottenere risultati scientifici bisogna spingere la tecnologia al limite del pensabile «e come la storia ci ha insegnato – continua Bignami – l’avanzamento della conoscenza comporta un maggiore avanzamento della tecnologia. Oggi non faremmo fotografie digitali, solo per fare un facile esempio, senza l’astronomia».
«Il professor Bignami ha portato me e il mio team in due ministeri: quello dell’istruzione e poi quello dello sviluppo economico» racconta Philip Diamond. «Mi ha fatto molto piacere constatare il livello di conoscenza e di preparazione sul progetto SKA in questi due ministeri. Abbiamo ancora molta strada da fare per completare la costruzione dello Square Kilometre Array, ma ho visto diversi segnali positivi e incoraggianti in Italia».
La visita della delegazione del consorzio SKA ha coinciso con il “kick off” del Visiting Commttee sulla Radioastronomia (una commissione che supporterà il CdA dell’INAF sulla scelte in ambito della ricerca radioastronomica). Presieduto da Andrea Ferrara, componente del CdA dell’INAF, il Visiting Committee vede la partecipazione dello stesso Philip Diamond, di Michael Garret a capo di Astron, l’istituto olandese di radioastronomia e di Anton Zensus, direttore del Max Planck Institute for Radio Astronomy di Bonn.
«La radioastronomia italiana ha una storia scientifica riconosciuta internazionalmente», dice Paolo Vettolani, Direttore Scientifico dell’INAF. «Proprio quest’anno la Croce del Nord, la prima antenna di radioastronomia del nostro paese, compie 50 anni. Ad essa sono seguite numerose altre antenne, ultima in ordine di tempo il Sardinia Radio Telescope, e molteplici collaborazioni internazionali, come nella rete VLBI e nel satellite RADIOASTRON. SKA sarà presto il presente anche grazie al ruolo italiano, scientifico e tecnologico».