Un cratere chiamato Angioletta Coradini. Si trova su Vesta, l’asteroide oggetto, insieme a Cerere, delle attenzioni della sonda della NASA Dawn sulla quale si trova istallato lo spettrometro visivo e infrarosso VIR del quale la scienziata dell’INAF era PI.
Il nome è stato approvato e ufficialmente implementato durante l’ultimo Team Meeting di Dawn.
A tre anni dalla scomparsa non mancano dunque gli attestati e i riconoscimenti delle qualità scientifiche e professionali di Angioletta Coradini, che fin dall’inizio della carriera, è stata tra i protagonisti di moltissime missioni spaziali. I suoi strumenti sono a bordo dell’orbiter Mars-Express dell’ESA, della sonda Rosetta ora impegnata, dopo dieci anni di viaggio, nell’analisi del nucleo della cometa Churyumov-Gerasimenko, della sonda Juno della NASA, della sonda Cassini che sta da dieci anni studiando il sistema di Saturno e della sonda Venus Express.
Maria Cristina De Sanctis è oggi team leader dello strumento VIR della missione Dawn: «Tutti i crateri su Vesta sono stati attribuiti a personalità femminili del mondo romano antico. Unica eccezione per Angioletta Coradini».
«Angioletta Coradini» aggiunge la ricercatrice dell’INAF-IAPS «rappresenta una delle figure più importanti a livello mondiale nell’ambito della planetologia e l’eccezione fatta nell’attribuirle un cratere lo dimostra».