Chandra è uno dei tre grandi telescopi orbitanti della NASA ancora attivi, con Hubble e Spitzer. Lanciato nel 1999, Chandra ha permesso ai ricercatori di tutto il mondo di effettuare scoperte incredibili ai raggi X e di portare a casa immagini inedite e impossibili da ottenere con altri strumenti. Come ogni anno, il team di Chandra scava negli archivi e condivide con esperti e amatori alcune delle immagini più belle mai realizzate.
Questa è una delle immagini più spettacolari: si tratta di un fenomeno di pareidolia, uno scherzo del nostro cervello, che tende ad associare immagini del tutto casuali a forme conosciute, e in particolare a volti o parti del nostro corpo. In questo caso, tra il 2004 e il 2005 Chandra catturò (in oro) la stella di neutroni PSR B1509-58 circondata da una coltre di nubi che quando venne mostrata al mondo nel 2009 sembrò avere la forma di una mano. Oltre ai dati ai raggi di X di Chandra, nell’immagini si vedono anche quelli all’infrarosso ottenuti con il telescopio della NASA Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) telescope (in rosso, verde e blu). Secondo molti la parte all’infrarosso potrebbe far pensare a un volto. Secondo voi?
Questo che vedete qui sopra, invece, è il giovane cluster stellare RCW 38, che si trova a 5500 anni luce dalla Terra. Tramite i dati forniti da Chandra (in blu), Spitzer (in arancione) e altri dati all’infrarosso provenienti dalla survey 2MASS (in bianco), gli esperti hanno avuto la possibilità, nel dicembre del 2001, di esaminare “da vicino” la rapida evoluzione di queste giovani stelle in 27 ore di osservazioni consecutive.
Sicuramente questa immagine composita (raggi X, infrarossi e luce visibile) è una delle più belle ritrovate dagli esperti nell’album fotografico di Chandra. Al centro della galassia Hercules A potete osservare un buco nero supermassiccio che, assorbendo grandi quantità di materiale, riscalda fino a milioni di gradi il gas che lo circonda illuminando tutta la scena. E’ quello che viene definito un Nucleo Galattico Attivo (AGN). Eppure nella luce visibile Hercules A appare come una normalissima galassia ellittica. Ai raggi X Chandra, invece, rivela (in viola) che il gas arriva a temperature altissime a causa dell’energia generata dall’attività del buco nero, 1000 volte più massiccio di Sagittarius A* al centro della Via Lattea.
Anche in questo caso sono stati uniti i dati all’infrarosso con quelli di Chandra ai raggi X aggiungendo anche quelli raccolti da VLA (Very Large Array). Nell’immagine si vedono i resti della supernova Kes 73 a 28000 anni luce da noi. Secondo i dati raccolti da Chandra e altri satelliti, al centro della nube sarebbe nata una magnetar, cioé una stella di neutroni con un enorme campo magnetico. Attorno al centro della stella è possibile osservare i detriti che si sono formati dopo l’esplosione, avvenuta tra i 750 e i 2100 anni fa. I dati di Chandra sono quelli in blu, quelli in arancione sono all’infrarosso, le emissioni radio sono rappresentate in rosso, mentre in puntini bianchi sono i dati catturati dal Digitized Sky Survey optical telescope in luce visibile.
Tra il 2006 e il 2010 è stata osservata questa galassia attiva, Markarian 573, che, come è possibile vedere nell’immagine, mostra due coni di emissione provenire dal buco nero supermassiccio al centro. Gli esperti affermano che il toro (cioè la forma a ciambella che vedete) di gas freddo e polvere può bloccare una parte della radiazione prodotta dalla materia che cade nel buco nero, a seconda di come il toro è orientato verso la Terra. Il toro di questa galassia è piuttosto disomogeneo. Il collage mostra i dati ai raggi X di Chandra (blu), le emissioni radio riprese dal VLA (viola) e i dati ottici catturati da Hubble (in oro).
NGC 4736 (nota anche come Messier 94) è una galassia a spirale piuttosto insolita perché composta da due strutture ad anello. Inoltre è denifita come “una regione nucleare a line di emissione a bassa ionizzazione” (LINER) poiché emette radiazioni da specifici elementi come ossigeno e azoto. Le osservazioni risalgono al 2000 e i dati di Chandra sono in oro, i dati infrarossi di Spitzer sono quelli in rosso e i dati ottici di Hubble e della Sloan Digital Sky Survey sono in blu. Il collage fotografico mostra che l’emissione di raggi X viene da un recente e drammatico episodio di formazione stellare.