ANALIZZATI NUOVI CAMPIONI DI ROCCIA

Curiosity studia l’ematite nel Monte Sharp

La polvere è rossa e questo indica la presenza abbondante di questo minerale ricco di ossido di ferro, che era già stato osservato in orbita dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter quattro anni fa. Il rover della NASA continua la scalata del monte al centro del cratere Gale

     05/11/2014
Questa immagine mostra i primi fori effettuati dal rover della NASA Curiosity sul Monte Sharp. Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Questa immagine mostra i primi fori effettuati dal rover della NASA Curiosity sul Monte Sharp. Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Curioisty, il rover della NASA lanciato nel novembre 2011 nell’ambito della missione Mars Science Laboratory, continua indisturbato la sua “passeggiata” sul Pianeta rosso alle pendici del Monte Sharp, dove è arrivato a metà settembre. Proprio al centro del cratere Gale, un mese e mezzo fa (al sol 762), il rover ha praticato il primo di numerosi fori con cui analizzerà le rocce di questa area e ha già effettuato i primi test della polvere rossa che ha prelevato. Per la prima volta dall’inizio della missione, i ricercatori del JPL di Pasadena (California) hanno avuto la conferma della presenza di un minerale particolare precedentemente mappato dall’orbita nel 2010.

Il laboratorio su sei ruote della NASA ha letteralmente macinato un pezzo di roccia marziana per ottenere della polvere rossa, parte della quale è stata poi analizzata dallo strumento Chemistry and Mineralogy (CheMin) installato dentro il rover. Il campione è stato estratto da una zona chiamata Confidence Hills all’interno del corridoio roccioso Pahrumo Hills, scelto dal team proprio perché di grande interesse scientifico. I ricercatori hanno scoperto che il campione contiene un quantitativo di ematite (un minerale ricco di ossido di ferro) superiore a qualsiasi altro campione analizzato nei due anni di missione. Questo minerale fornisce indizi sulle antiche condizioni ambientali del pianeta Marte al momento della sua formazione.

Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Crediti: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Già quattro anni fa, uno strumento di mineral-mapping montato a bordo della sonda della NASA Mars Reconnaissance Orbiter aveva fornito le prove della presenza di ematite nell’affioramento di Pahrump Hills. Ed era stata proprio la presenza di questo materiale a portare gli esperti a scegliere il cratere Gale come obiettivo principale della missione di Curiosity. Si tratta di un bacino da impatto di 154 chilometri con al centro una montagna alta 5,5 chilometri che verrà scalata dal rover. «Siamo arrivati a un punto tale che i dati provenienti dall’orbita ci possono aiutare a prevedere con precisione dove indirizzare le missioni e a fare scelte giuste per le trivellazioni», ha detto Ralph Milliken, della Brown University.

Durante il suo percorso fino al Monte Sharp, Curiosity ha indagato anche gli affioramenti rocciosi di Yellowknife Bay, nei pressi del sito di atterraggio (Bradbury station): le rocce prese a campione nei primi mesi di missione raccontano una storia diversa rispetto a quelle analizzate nelle ultime settimane. Frammenti estratti in precedenza conservano le prove di condizioni ambientali favorevoli alla vita microbiotica miliardi di anni fa, ammesso che Marte abbia mai avuto dei microbi. I minerali argillosi di interesse scientifico rilevati in quelle rocce non erano mai stati osservati dall’orbita. L’ematite trovata nell’ultimo campione descrive, quindi, perfettamente le differenze tra le rocce nel cammino che ha seguito il rover in questi anni. Ovviamente, nell’ultimo caso, il materiale roccioso deve aver interagito con l’acqua e l’atmosfera per raggiungere un maggior grado di ossidazione (per questo il colore rosso). Le rocce analizzate in precedenza contengono per lo più di magnetite. L’ultimo campione raccolto presenta circa l’8% di ematite e il 4% di magnetite. Le rocce perforate a Yellowknife Bay e sulla strada per il Monte Sharp contengono, invece, al massimo l’1% di ematite e quantità molto più elevate di magnetite. 

Comparazione tra due pattern di diffrazione di raggi X ottenuti su due diversi campioni di roccia marziana: Cumberland (la seconda perforazione nella zona di Yellowknife Bay) a sinistra e Confidence Hill a destra. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Comparazione tra due pattern di diffrazione di raggi X ottenuti su due diversi campioni di roccia marziana: Cumberland (la seconda perforazione nella zona di Yellowknife Bay) a sinistra e Confidence Hill a destra. Crediti: NASA/JPL-Caltech

Curiosity rimarrà in questa area ancora per qualche settimana prima di passare ai livelli più alti del Monte Sharp per analizzare altri strati geologici della zona, dove la roccia è molto resistente all’erosione e dove, dall’orbita, è stata rilevata una grande quantità di ematite tanto da soprannominare la zona “cresta di ematite”. Ed è proprio il salire verso strati superiori che comporta, secondo gli esperti, il cambiamento nella composizione delle rocce.