Studiare i vulcani con muoni e neutrini: è questo l’oggetto del documento appena siglato da INFN, INGV e l’Istituto di ricerca sui terremoti dell’Università di Tokyo (ERI). L’incontro fra i tre enti di ricerca si è svolto nella sede dell’ambasciata italiana a Tokyo, che ospita Muographer2014.
Muographer è il workshop italo-giapponese dedicato all’uso di particelle elementari per studi sulla Terra, con l’obiettivo di promuovere la ricerca e l’innovazione tecnologica in questo campo. Tra le nuove tecniche, una particolarmente importante consente di visualizzare condotti magmatici o altre strutture interne nella parte emergente di vulcani grazie ai muoni: una specie di radiografia fatta sfruttando queste particelle, capaci di penetrare grandi spessori di roccia.
Visualizzazioni di questo tipo sono rilevanti come strumento di tipo diagnostico per la comprensione delle dinamiche magmatiche. I muoni piovono comunque incessantemente sulla Terra, essendo generati nell’impatto di particelle cosmiche con l’atmosfera.
Italia e Giappone presentano fenomeni geologici simili, compresi terremoti ed eruzioni vulcaniche, e sono all’avanguardia negli studi teorici e sperimentali in tali discipline. «La firma di questi documenti ha un profondo significato per tre diverse ragioni», spiega Paolo Strolin. «Estende a un campo di ricerca innovativo la fruttuosa e consolidata collaborazione tra scienziati italiani e giapponesi, da cui trae vantaggio anche la formazione di giovani ricercatori di entrambi i paesi. Sancisce poi un’alleanza tra le scienze della terra e la fisica delle particelle elementari per lo studio di fenomeni, il vulcanismo e i terremoti, che interessano tutta la popolazione e, in modo particolare, quella dei due Paesi. E infine, si ritrova in questa alleanza lo spirito di unità della scienza, che è alla base della nostra vigorosa cultura e che tende a perdersi con l’inevitabile divaricarsi delle necessarie specializzazioni».
Alla firma del documento erano presenti anche l’ambasciatore d’Italia in Giappone, Domenico Giorgi e l’ambasciatore per la cooperazione scientifica e tecnologica del Ministero degli Affari Esteri, Makoto Katsura.
«La lettera di intenti firmata dalle tre prestigiose Istituzioni nell’occasione pone le basi per l’ulteriore rafforzamento delle attività di ricerca congiunte nello studio dei fenomeni sismici e delle eruzioni vulcaniche», ha dichiarato Giorgi. «Il progetto di collaborazione alla base di queste iniziative, parte del programma esecutivo dell’accordo bilaterale per la cooperazione scientifica e tecnologica, è di grande interesse per entrambi i Paesi, che possono trarre reciproco vantaggio dalla collaborazione scientifica in settori in cui sia l’Italia sia il Giappone sono all’avanguardia».
Per l’Italia c’erano Paolo Strolin, delegato e iniziatore di queste ricerche in Italia per l’INFN, Giovanni Macedonio di INGV, coordinatore del progetto MIUR Muraves (che prevede l’applicazione al Vesuvio dei metodi basati sullo studio dei muoni), e Paolo Papale, direttore della Struttura Vulcani.
«Italia e Giappone hanno una lunga e consolidata tradizione di ricerche d’avanguardia nel campo del vulcanismo e questo accordo ne è una ulteriore conferma», spiega Papale. «Per progredire nella scienza è necessario spingersi oltre, esplorare nuove tecniche, trarre pieno vantaggio dai progressi in altre discipline e saperne cogliere i possibili risvolti in campi apparentemente distanti tra loro come lo studio delle particelle cosmiche e dei vulcani».
Per il Giappone erano presenti Takahiro Koyaguchi, direttore generale di ERI, e Hiroaki Aihara, vicepresidente dell’Università di Tokyo. Le lettere d’intento sono il preludio della sottoscrizione di un accordo per una collaborazione tra le tre istituzioni, attraverso lo scambio di ricercatori e studenti, lo sviluppo di ricerche di comune interesse e la circolazione dei risultati delle conoscenze e informazioni accademiche.