Qualche anno fa non ci si faceva poi molto affidamento. Si dava un occhio alle previsioni del tempo, dopo il telegiornale regionale, o sul giornale, poi si partiva lo stesso. Fiduciosi. Sperando in una bella giornata di sole, al mare. Ma oggi no: il meteo c’azzecca, non si scampa.
Se però proprio non volete rovinarvi la sorpresa, e amate il brivido dell’incerto, potreste sempre trasferirvi su Marte. Tempo meteorologico ballerino, che cambia giorno per giorno a causa di costanti fluttuazioni nell’atmosfera. Clima instabile – nella prospettiva dei tempi lunghi – con significative variazioni nel succedersi dei decenni.
Secondo i ricercatori della McGill University e della London’s Global University (University College London) per lo studio del pianeta rosso è possibile servirsi delle stesse categorie di riferimento che adottiamo sulla Terra: tempo meteorologico, clima, e quello che gli inglesi definiscono macroweather – l’orizzonte lungo cui può arrivare una previsione meteorologica certa.
Nei risultati dello studio, appena pubblicati su Geophysical Research Letters, un ruolo importante nel determinare questo orizzonte delle proiezioni meteo è giocato direttamente dalla nostra stella: il Sole. Tenendo conto del fatto che su Marte la radiazione solare non si concentra solo sulla superficie del pianeta ma riguarda anche l’atmosfera in tutto lo spessore, gli scienziati ipotizzano che la temperatura dovrebbe oscillare in modo simile a quanto possiamo vedere sulla Terra (fatte le dovute differenze).
«L’analisi dati conferma questa ipotesi. Esiste una forte analogia fra meteo (e clima) marziano e terrestre», spiega Shan Lovejoy, docente di fisica della McGill a Montreal e primo autore dello studio. «Fatto che si aggiunge alle evidenze raccolte su atmosfera e oceani a Terra, dove la nostra stella ha un ruolo di primordine per ciò che riguarda le fluttuazione del macroweather».
L’orizzonte a cui arriva una proiezione meteorologica affidabile è però appena di 1,8 giorni marziani (circa due giorni terrestri). Tempo tiranno e imprevedibile. Qui da noi l’orizzonte in cui vale un bollettino meteo oscilla fra una settimana e dieci giorni: 5 volte di più.
«Non siamo in grado di anticipare la situazione meteorologica con certezza, è un momento difficile. Se non riusciamo ad andare oltre il limite dei due giorni, anche i rover potrebbero avere qualche disagio», ammette Jan-Peter Muller, professore dello UCL Mullard Space Science Laboratory e co-autore del paper.
La ricerca di Lovejoy, Muller e colleghi promette però novità su quella che è la nostra attuale comprensione delle dinamiche atmosferiche. E non solo sul nostro pianeta. Gli obiettivi sono puntati su Venere, la luna di Saturno Titano, i giganti gassosi Giove, Urano, Nettuno e Saturno.
La scelta in questo caso è ricaduta su Marte per l’evidente abbondanza di dati disponibili e raccolti dalle missioni Viking fra gli anni Settanta e Ottanta, fino ai dati recenti degli orbiter che più recentemente sono andati ad affollare il cielo marziano (vedi MediaINAF).