Dopo un decennio di duro lavoro, in cui non sono mancati i colpi di scena più clamorosi, la nuova capsula NASA Orion Deep Space, progettata per il volo umano nello spazio profondo, è pronta per il suo volo inaugurale in programma il prossimo 4 dicembre. Orion ha superato la Flight Readiness Review (FRR) e ricevuto dai top manager dell’Agenzia spaziale statunitense il via libera a procedere con i preparativi per il volo di prova.
GO! La navicella è pronta al lancio. Luna, Marte e asteroidi sembrano un po’ più vicini. Lockheed Martin, prime contractor per Orion sembra aver fatto un buon lavoro e l’assemblaggio è stato portato a termine nel rispetto di tutti i criteri previsti dal protocollo. Teatro delle operazioni: il Neil Armstrong Operations e Checkout Building presso il Kennedy Space Center.
La versione pathfinding della capsula Orion ha subito gli ultimi ritocchi in vista del test di volo nel mese di settembre (ne abbiamo parlato anche noi di MediaINAF). Ingegneri e tecnici hanno completato l’installazione della pannellatura che costituisce il guscio posteriore di Orion per proteggere al meglio il veicolo spaziale – e i futuri astronauti – dalle temperature scottanti del rientro e verificare la vulnerabilità della capsula allo scontro con detriti orbitanti e micrometeoroidi.
Il 4 dicembre Orion volerà senza equipaggio bullonata su un vettore Delta IV Heavy. Il conto alla rovescia per la Exploration Flight Test-1 (EFT-1) termina alle 07:05, base di lancio la Space Launch Complex 37 della Cape Canaveral Air Force Station. SLS (lo Space Launch System), il programma di ricerca che promette di portare l’uomo nello spazio profondo, non è ancora pronto. Ma si procede svelti perché una configurazione possa presto volare con la capsula Orion.
Obiettivo dichiarato NASA è riportare l’uomo sulla Luna, raggiungere gli asteroidi a spasso per il nostro sistema stellare (2025) e sognare l’ammartaggio sul Pianeta rosso (2030). SLS e Orion sono la coppia giusta per tornare nello spazio profondo.
Lo United Launch Alliance Delta IV Heavy è, comunque e a scanso di equivoci, il razzo più potente disponibile sul mercato. Nelle quattro ore e mezza previste per il test di volo, il vettore scorterà la capsula Orion nell’orbita terrestre per poi scagliarla, con il secondo stadio del razzo, a una quota di 5.800 chilometri, circa 15 volte superiore e a quella dove attualmente orbita la Stazione Spaziale Internazionale.
E poi rientro ad alta, altissima velocità, attraverso l’atmosfera a una velocità superiore ai 30mila chilometri orari e alla temperatura bollente di 2.000 gradi centigradi, shock test per lo scudo termico. Tuffo nell’oceano Pacifico con paracadute (vedi MediaINAF) e Marina degli Stati Uniti pronta a recuperare in mare la capsula.