Macchie solari giganti sono state osservate nella seconda metà di ottobre sulla superficie del Sole, sono apparse nell’area orientale il 16 ottobre e poi gradualmente sono ‘migrate’ verso ovest con il ruotare della nostra stella, fino a scomparire dalla vista il 30 ottobre. (fig. 1 e 2a).
Sono state osservate grazie alla strumentazione a bordo della sonda Hinode, lanciata il 23 settembre del 2006 dall’Agenzia Spaziale Giapponese in collaborazione con la NASA e il PPARC per studiare il comportamento magnetico del Sole, e grazie alle osservazioni fatte da terra dal National Astronomical Observatory of Japan (NAOJ).
Il 26 ottobre l’area occupata di queste macchie era tanto estesa da coprire una superficie pari a 66 volte la dimensione della Terra. Si è trattato dell’episodio di osservazione di macchie solari più grande non soltanto di questo ciclo solare, ma degli ultimi 24 anni.
Alla metà di novembre, quando la rotazione del Sole le ha rese di nuovo osservabili, le macchie sono ricomparse ad est (Fig. 2b).
Nelle figure 3 e 4 possiamo osservare le macchie solare fotografate rispettivamente il 24 Ottobre ed il 15 novembre da Hinode. In queste figure l’immagine (a) è un’immagine nella luce bianca, mentre l’immagine (b) è la mappa del campo magnetico dove il bianco è il polo Nord positivo, il nero il polo Sud negativo.
Le macchie solari appaiono più scure per via della loro temperature, inferiori rispetto all’area circostante.
Un forte campo magnetico nelle macchie solari abbassa la temperatura perché il campo magnetico stesso rallenta il moto convettivo che trasporta il calore generato al centro del Sole verso la superficie.
Forti campi magnetici possono a volte causare dei brillamenti solari, enormi esplosioni che si verificano nell’atmosfera del Sole. Quindi, una delle ragioni per cui Hinode misura in modo accurato i campi magnetici sulla superficie solare è proprio quella di riuscire a comprendere il meccanismo alla base di queste esplosioni.
Sia nella figura 3b che nella figura 4b le macchie solari, osservabili rispettivamente sotto e sulla destra, hanno un polo Nord, mentre quelle sulla sinistra hanno un polo Sud. Nella figura 4b, la parte sinistra delle macchie solari precedenti appare come polo Sud e la parte sinistra delle successive macchie appare come polo Nord. Questo è un effetto ottico dovuto all’angolazione dalla quale osserviamo le macchie.
Nella figura 3b il polo Sud e il polo Nord sono confusi. Questo tipo di struttura delle macchie solari spesso causa brillamenti solari, ne sono stati osservati di enormi intorno alla fine di ottobre.
Nonostante il 15 ed il 16 novembre si siano verificati alcuni brillamenti di media intensità, la struttura magnetica della macchie in novembre non era complicata come quella di ottobre.
Ma qual è l’influenza dei brillamenti solari sulla Terra? A volte, quando si verificano brillamenti solari, la Terra viene raggiunta da particelle altamente energetiche che possono provocare delle tempeste magnetiche. In ottobre, nonostante le ripetute esplosioni che si sono verificate sulla superficie solare, non si sono riscontrate influenze di rilievo nell’atmosfera terrestre e si sta indagando sulle ragioni di questo comportamento.
Una delle possibili risposte è che il campo magnetico della parte di atmosfera più esterna del Sole fosse talmente forte da riuscire a ‘stoppare’ le particelle cariche. In novembre, anche se si sono verificate meno grandi esplosioni che in ottobre, si potrebbero essere verificati brillamenti potenzialmente molto influenti per la Terra, per questo è importante monitorare con attenzione l’evoluzione di queste macchie.