Dal 3 al 5 dicembre la splendida Taormina ospiterà circa 150 scienziati provenienti da diverse parte del mondo per scambiarsi idee e mettere a disposizione la propria esperienza per la preparazione del progetto PLATO 2.0 (PLAnetary Transits and Oscillations of Stars), la quarta missione dell’ESA (Agenzia Spaziale Europea) nell’ambito del programma Cosmic Vision 2015-2025.
Con una batteria di ben 34 telescopi rifrattori, montati su una satellite del peso di 2 tonnellate, PLATO 2.0 sarà lanciato nel 2024 con un razzo Soyuz-Fregat dalla Guyana Francese e andrà a inserirsi in orbita attorno al punto Lagrangiano L2, uno dei punti di equilibrio del sistema Sole-Terra, a un milione e mezzo di chilometri da noi. Da lì comincerà la sua missione di ricerca di pianeti che orbitano attorno alle stelle più vicine, scandagliano oltre metà del cielo. Lo scopo della missione è fare un censimento dei pianeti di massa simile alla Terra, misurandone la dimensione, la massa e l’età con precisione mai raggiunta prima. PLATO 2.0 permetterà di vedere per la prima volta i sistemi solari simili al nostro, di capire quanto questi siano frequenti e di comprendere quanto frequentemente si realizzano nel cosmo le condizioni per lo sviluppo della vita.
Questi tre giorni di Taormina, organizzati dall’ufficio del progetto PLATO in Italia, che ha sede all’INAF – Osservatorio Astrofisico di Catania, saranno dedicati alla discussione degli obiettivi scientifici della missione e all’individuazione delle migliori metodiche d’indagine facendo tesoro di quanto scoperto a oggi anche grazie alla missione Kepler della NASA.
PLATO 2.0, che in Italia è finanziato dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana), porterà a bordo diversi strumenti frutto dell’ingegno Italiano. In particolare i 34 telescopi, caratterizzati da un campo di vista simile a quello dell’occhio umano, sono estremamente innovativi e nascono nei laboratori dell’INAF di Padova, Catania e Milano. La loro realizzazione sarà una grande opportunità per le imprese del settore spaziale italiano che sono tra le più affermate in Europa nel campo dei sistemi ottici per lo spazio. Anche il computer che controlla gli strumenti di bordo sarà fornito dall’Italia, progettato sotto responsabilità di ricercatori INAF delle sedi di La Palma, Firenze e Roma. Inoltre, l’ASDC dell’ASI costruirà una parte del segmento di terra della missione.
Quasi un centinaio di ricercatori italiani, afferenti all’INAF e a diverse università, stanno lavorando alla preparazione scientifica della missione, con il delicato compito della scelta delle sorgenti da osservare affidato all’Università di Padova.
*coordinatrice per INAF del progetto