È “grande come una montagna”, passa “dalle nostre parti” all’incirca ogni tre anni e un’eventuale collisione con il nostro pianeta genererebbe un’esplosione mille volte più potente di quella che nel febbraio del 2013 squarciò il cielo di Chelyabinsk. Aggiungete un documentario breve dal titolo “asteroid attack” e la catastrofe è servita: è da fine ottobre, ovvero da quando l’asteroide 2014 UR116 è stato individuato dall’osservatorio MASTER-II di Kislovodsk, in Russia, che le voci di un rischio impatto s’inseguono e si autoalimentano sul web, fino a identificare persino quale potrebbe essere il continente preso di mira – per nostra somma sfortuna, la vecchia Europa.
Ebbene, per acquistare un biglietto per la Nuova Zelanda c’è ancora un po’ di tempo: almeno 150 anni, scrive la NASA sul suo sito dopo aver completato tutti i calcoli del caso. L’asteroide c’è, ha in effetti un periodo orbitale attorno al Sole di tre anni, ma la sua orbita non incrocia quella della Terra a una distanza sufficientemente ravvicinata da rappresentare un pericolo.
El asteroide 2014 UR116, ¿una amenaza para Europa? http://t.co/eQXpOT8VVZ
— La Gaceta Salta (@LaGacetaSalta) November 3, 2014
Non solo: 2014 UR116, a ben guardarci, è una “vecchia” conoscenza. Già era stato avvistato sei anni fa. Ad accorgersene, il direttore del Minor Planet Center di Cambridge (in Massachusetts), Tim Spahr, che proprio incrociando le informazioni dal precedente avvistamento con quelle attuali è riuscito a estendere le previsioni fino, appunto, al prossimo secolo e mezzo.
Quanto a tutti gli altri NEO (Near-Earth Object), uno fra gli elenchi più affidabili degli asteroidi potenzialmente pericolosi in circolazione è NEODyS: ospitato nei server dell’Università di Pisa e mantenuto aggiornato dal gruppo di meccanica celeste del locale dipartimento di matematica, ha tra i fondatori Giovanni Valsecchi dell’INAF IAPS di Roma. Buona consultazione.