Passeggiando per i corridoi degli stabilimenti della Thales Alenia Space a L’Aquila sembra di trovarsi in una realtà che stona con il resto delle aziende e industrie, o almeno quelle che rimangono, del capoluogo abruzzese. Eccellenze tecniche, strumenti all’avanguardia, commesse provenienti da tutto il mondo. L’obiettivo è lo spazio, più precisamente l’orbita geostazionaria della Terra, ma non solo. È passato ormai poco più di un anno dall’inaugurazione del nuovo sito industriale Thales Alenia Space di L’Aquila e cinque anni da quel terribile 6 aprile 2009, quando la città venne devastata dal sisma. Quel giorno, o poco dopo, i dirigenti dell’azienda e gli azionisti decisero non solo di non abbandonare la città e i propri dipendenti, ma di fare di più: razionalizzare la produzione, spostando tutta la componentistica su un unico sito, proprio quello aquilano.
Dodici mesi dopo l’inaugurazione, che tanto ha significato per i 307 dipendenti e per il tessuto economico aquilano, è stato presentato il libro “L’Aquila nello Spazio, il cuore della tecnologia satellitare”, edito da Mondadori Electa. Si tratta di un volume, testo e foto, scritto da un gruppo di dipendenti e da chi ha lavorato decenni nell’azienda. Il libro racconta il cammino della città nell’alta tecnologia, dalla nascita del polo elettronico all’evoluzione delle tecnologie spaziali, dal tragico terremoto alla realtà del nuovo stabilimento, celebrando la scelta e l’impegno della Thales Alenia Space e dei suoi azionisti di mantenere la produzione in un territorio nel quale l’azienda è presente da oltre trent’anni, trasformando la tragedia in opportunità.
Più di 16 mila metri quadrati di superficie, 42 milioni di euro di investimenti, 22 mesi di realizzazione e un indotto impressionante. La ricostruzione del sito ha consentito di valorizzare e di mantenere sul territorio un patrimonio di competenze tra i più avanzati nel mondo, certificate anche dall’ESA. «Il terremoto del 6 Aprile è stato un evento tragico ma significativo nella storia della nostra Azienda, – ha detto alla presentazione Elisio Prette, presidente e amministratore delegato di Thales Alenia Space Italia – perché da quel momento è iniziato un cammino, un percorso fatto di tappe concrete, sfide vinte e obiettivi raggiunti, che ci ha portato fino ad oggi, alla celebrazione di un sito innovativo e all’avanguardia e della intensa ed eccellente attività tecnologica che in esso si svolge”.
L’ad ha tenuto a sottolineare che sono stati necessari quattro mesi per ultimare il “trasloco” di tutte le produzioni e dei macchinari nello stabilimento aquilano, dopo l’inaugurazione. Il difficile è venuto dopo: convincere i clienti e i partner che la produzione sarebbe andata avanti senza intoppi. E così è stato: lo stabilimento aquilano è ora totalmente funzionante e le commesse continuano ad arrivare. Giovanni Fuggetta, responsabile del Centro di Competenza Elettronica, ha detto che le aree produttive sono state progettate con criteri di Lean Design con l’obiettivo di ottenere flussi di lavoro continui, ottimizzati e tali da soddisfare esigenze di variazione di volume di produzione e tecnologiche. “Il layout della struttura è estremamente innovativo, costruito con la tecnologia antisismica più avanzata – ha spiegato. Ma l’investimento non è solo economico: si tratta di un impegno anche umano e culturale sul territorio”. Quella della Thales, infatti, è una delle poche realtà industriali che ancora dà linfa vitale all’economia locale, essendo anche uno sbocco lavorativo diretto per molti laureati dell’Università dell’Aquila.
Nel sito si svolgono attività di sviluppo tecnologico, di industrializzazione dei prodotti, nonché la completa produzione di equipaggiamenti elettronici, ibridi, antenne e strutture in materiale composito per una vasta tipologia di applicazioni per lo spazio, come telerilevamento, telecomunicazioni, applicazioni radar per difesa e sicurezza, e molte altre. Gli specialisti lavorano come dei veri e propri artigiani, creando da zero (o quasi) quasi tutti i componenti elettronici a cui lavorano. Thales Alenia Space è fortemente impegnata in tutti quei programmi che rappresentano il futuro del settore spaziale e delle comunicazioni, come COSMO-SkyMed e Copernicus, con i satelliti Sentinel1A e 1B.
Il progetto più importante su cui Thales sta lavorando a L’Aquila è IRIDIUM, una costellazione di 81 satelliti (72 in orbita e 9 in attesa di lancio) e che impegnerà i tecnici altamente specializzati per tutto il 2015 e oltre. La produzione italiana per IRIDIUM interessa moduli di trasmissione e ricezione (moduli TR), dei computer di bordo e dell’elettronica di controllo dell’Antenna di missione della costellazione (in tutto 15000 componenti e i tecnici sono già a un terzo della produzione). Lo stabilimento aquilano si occupa anche di diversi componenti della missione ExoMars, (ESA e Roscosmos), tra cui il radar altimetro, che servirà a garantire la velocità e la distanza corrette in fase di discesa del lander sulla superficie di Marte. Da non dimenticare sono i transponder, attualmente imbarcati su tutte le missioni spaziali come la sonda europea Rosetta, che orbita attorno alla famosa cometa 67P.
La nuova struttura si occupa anche di nuove linee produttive dedicate in particolare alla realizzazione di antenne satellitari SAR, leggere e di grandi dimensioni, nonché degli importanti elementi per sonde interplanetarie di esplorazione dello spazio profondo come Bepi Colombo e Solar Orbiter. Sono inoltre, in fase di realizzazione apparati di TTC (Tracking Telemetry Command) per satelliti commerciali, moduli TR per telerilevamento radar per il programma Italo argentino SIASGE e le Antenne di Navigazione del Programma Galileo. Come detto, saranno prodotti, proprio nel sito Thales Alenia Space di L’Aquila, importanti elementi dei satelliti della costellazione italiana Cosmo Seconda Generazione, in particolare dell’Antenna Attiva, quindi moduli TR in banda X e larga parte dell’elettronica di controllo e gli strumenti del sottosistema radar. Si tratta del primo sistema duale civile e militare di satelliti radar di osservazione terrestre, promosso dall’Agenzia spaziale italiana e dal Ministero della Difesa. Purtroppo quest’ultimo progetto potrebbe subire una brusca battuta d’arresto visto che il Governo ha deciso di non investire quanto promesso nel 2015. L’anno prossimo, infatti, nella Legge Finanziaria ci sono 0 euro per il progetto, 60 milioni per il 2016 e 170 per il 2017 a fronte dei 100 milioni di euro l’anno previsti in un emendamento presentato dal Pd nazionale. Il rischio è molto alto e drammatico perché centinaia di dipendenti, non solo aquilani, rischiano la cassa integrazione.
GUARDA IL VIDEO DI APPROFONDIMENTO