Avete ambizioni o velleità da conquistatori? Siete desiderosi di dare, un domani, il vostro nome a una stella? Volete essere i protagonisti del battesimo di una regione incontaminata, magari al di fuori dei confini terrestri? Ecco il concorso che fa per voi: il team del MESSENGER Education and Public Outreach (EPO) ha ufficialmente aperto il toto-nomi per cinque crateri da impatto, su Mercurio. Si accettano proposte fino a 2015 inoltrato (la scadenza del concorso è il 15 gennaio).
Il protocollo previsto dall’Unione astronomica internazionale (IAU), che dal 1919 dirige il cerimoniale di battesimo per pianeti e satelliti, prevede che la nomenclatura di tutti i nuovi crateri da impatto su Mercurio debbano prendere spunto da nomi di artisti, compositori, e scrittori di chiara fama, scomparsi da almeno tre anni.
Se avete intenzione di partecipare, il consiglio è anzitutto dare un’occhiata a quelli già assegnati, disponibili a questo link. Il nome non deve avere significati politici, religiosi o militari. I quindici più votati saranno sottoposti alla commissione IAU che fungerà da Cassazione della nomenclatura, fornendo responso inappellabile (social, ma non troppo).
Fino a qualche anno fa Mercurio era uno dei pianeti meno conosciuti del Sistema solare. È stata la sonda Mariner 10, in tre passaggi ravvicinati tra il 1974 e il 1975, a scattare le prime dettagliate immagini della sua superficie e a scoprire la presenza di un campo magnetico simile per configurazione a quello della Terra. Poi, un lungo silenzio. Quarant’anni dopo Mercurio è poi tornato alla ribalta grazie al veicolo spaziale MESSENGER (Mercury Surface, Space Envirnoment, Geochemistry and Ranging) che nel marzo 2011 è entrato nella sua orbita raccogliendo immagini e dati scientifici di grande importanza per conoscere gli aspetti morfologici ed evolutivi di questo pianeta.
E nel 2016 arriverà anche BepiColombo: missione tra le più ambiziose dell’ESA, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), che vede l’Italia fortemente coinvolta. Sarà una missione ben più complessa di MESSENGER, con due satelliti separati: uno dedicato all’ambiente che circonda Mercurio (radiazione solare, campo magnetico, vento di particelle), e l’altro interamente rivolto al pianeta stesso (superficie, topologia, struttura interna).