Contaminazione dell’atmosfera da ammoniaca: è questo l’allarme lanciato sulla Stazione Spaziale Internazionale, a bordo della quale si trova anche l’astronauta italiana della missione “Futura” dell’ASI Samantha Cristoforetti. Secondo le fonti contattate da Media INAF la situazione è comunque sotto controllo.
L’allarme in corso è uno dei potenziali pericoli che si possono correre quando si lavora nella ISS, perché l’ammoniaca è ampiamente utilizzata per il raffreddamento dei sistemi ambientali nei moduli della stazione ed è un gas tossico se inalato. La paura deve essere stata tanta considerato che si trovano su un veicolo spaziale a 400 chilometri dalla Terra, ma da subito sono state attivate le misure di sicurezza previste in questi casi.
L’equipaggio, come previsto da procedura, ha chiuso il portello di collegamento fra il modulo internazionale della stazione e quello russo, che non userebbe l’ammoniaca nel sistema di raffreddamento, nel quale gli astronauti si sono isolati dopo aver indossato le maschere anti-gas nel trasferimento .
L’equipaggio e i team di controllo di Mosca e Houston stanno azzerando l’energia della parte internazionale per avviare le fasi di controllo e metterla in sicurezza. Dai primi dati raccolti sembra che la perdita sia stata confermata dall’innalzamento della pressione ambientale interna della base spaziale e sia stata localizzata nel circuito B del Nodo 2 mentre nel settore Russo, dove non si usa ammoniaca. L’aria è pulita e gli astronauti non hanno più bisogno di indossare le maschere.
La prima a confermare la notizia è stata l’agenzia russa ROSCOSMOS, ed è subito rimbalzata su tutti i siti internazionali. «Si è verificata intorno alle 11.44 ora di Mosca (le 9.44 in Italia, ndr) una fuga di sostanze tossiche dal sistema di raffreddamento del segmento americano. Al momento, il segmento americano è stato isolato. L’equipaggio è al sicuro nel segmento russo. La presenza di agenti inquinanti nell’aria al di fuori del segmento russo della Iss è nei limiti tollerati», si legge sul sito dell’Agenzia spaziale russa, che specifica anche che non è in programma l’evacuazione dell’equipaggio. «Stiamo seguendo la situazione», ha aggiunto il responsabile del Controllo di missione russo Maxim Matyushin. «La risposta all’emergenza dei team del Controllo di missione di turno a Mosca e a Houston è stata veloce e ben coordinata. Ora spetta agli americani decidere le ulteriori misure da adottare nel segmento americano. Il Controllo di missione a Houston sta analizzando le condizioni del segmento americano».
Solo in un secondo momento la NASA ha ammesso l’attivazione delle procedure di emergenza, anche se ritiene possa trattarsi di un falso allarme dovuto ad un bug del sistema computerizzato. Un’ipotesi fatta propria anche dall’ESA.
L’equipaggio ha messo in pratica quello che, come si legge nel diario di bordo di Samantha, ha dovuto imparare durante i mesi di addestramento. La prima astronauta italiana a lavorare sulla Stazione spaziale aveva scritto: «Visto che l’ammoniaca è altamente tossica, la prima azione è indossare una maschera a ossigeno. Lungo tutta la ISS abbiamo almeno una maschera, spesso due, in ogni modulo, pronta per essere utilizzata. Le maschere del segmento USA hanno un piccolo serbatoio contenente una riserva di 7 minuti di ossigeno. Potrebbe non sembrare molto, ma queste maschere vengono usate solo per la risposta iniziale». Si legge ancora: «Più che un incendio e la depressurizzazione, lo scenario che richiede una risposta immediata senza scherzi è una perdita di ammoniaca in cabina. Tutto l’equipaggiamento che abbiamo a bordo genera molto calore, di cui dobbiamo liberarci in qualche modo. Ecco perché abbiamo condutture di raffreddamento che corrono lungo tutta la Stazione. In alcune di esse c’è proprio ammoniaca».
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