All’Auditorium Parco della Musica disegnato da Renzo Piano va in scena la scienza. Decima edizione per la manifestazione organizzata da Fondazione Musica per Roma e Codice Cultura: il Festival delle Scienze di Roma. Da oggi fino a domenica 25 gennaio quattro giorni di incontri ed eventi per raccontare scienza e ricerca al grande pubblico. Tema: l’ignoto, la scienza e l’importanza del non sapere.
All’inaugurazione insieme al direttore scientifico Vittorio Bo anche il presidente INAF Giovanni Bignami, che ha aperto il programma con un incontro riservato agli studenti della scuola secondaria superiore. Nella sala Petrassi quattrocento giovani incuriositi dalle belle immagini proiettate grazie a una feconda collaborazione di INAF con Rai Scuola: per superare la paura dell’ignoto non c’è soluzione che mettere in piazza la scienza, discutere, a tavola, con gli amici e, perché no, in TV.
Ma l’Istituto Nazionale di Astrofisica cura l’intero programma scuole con una serie di laboratori didattici guidati dagli scienziati dell’INAF Osservatorio Astronomico di Roma. Interattivi, divertenti, rivolti agli studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado. «Penetrare l’ignoto», spiega Jacopo Romoli, che con Bo è nella direzione scientifica del festival, «è da sempre la grande sfida del conoscere umano. La natura del procedere verso ciò che non sappiamo è però fondamentale. La scienza nel suo essere un sapere intrinsecamente provvisorio ci insegna a muoverci attraverso la porta dell’ignoto rispettando la nostra ignoranza e coltivando, e persino amando, i nostri dubbi e incertezze. […] D’altronde, come dice Stephen Hawking, il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza, ma l’illusione di sapere».
Il programma di questa decima edizione (disponibile online sul sito di Auditorium) spazia dalla fisica alla biologia, dalla psicologia alla linguistica. Tante le domande aperte: che rapporto c’è tra incertezza e indeterminatezza? E tra incertezza e caso? Cosa si nasconde in ciò che chiamiamo materia oscura? Cosa c’è dentro un buco nero? Come ci comportiamo quando abbiamo a che fare con incertezza e ignoto? Quale linguaggio usiamo per parlarne?
L’obiettivo è puntato sulla ricerca più avanzata. Il programma riunisce i grandi nomi della scienza italiana e internazionale, ma anche filosofi e storici, giornalisti ed esperti per capire e discutere quali domande guidano oggi il nostro cammino verso la conoscenza, lasciando socchiusa la porta verso l’ignoto. Fra gli ospiti: il matematico John D. Barrow (che abbiamo intervistato recentemente su MediaINAF), il filosofo Simon Critchley, il biologo Stuart Firestein, la fisica Melissa Franklin, la linguista Angelika Kratzer, il paleontologo Bruce Lieberman, il moderno mastino di Darwin Daniel Dennett (la recensione del suo ultimo libro su MediaINAF), l’astrobiologo Caleb Scharf (la recensione del suo ultimo libro su MediaINAF), il filosofo Telmo Pievani.
Sabato 24 gennaio, ore 21, in Teatro Studio sala Borgna: Natura non facit saltus, scientia facit. Un esperimento teatrale, scritto a quattro mani da Giovanni Bignami e Francesco Rea. Bignami, con l’aiuto degli attori Marta Vitalini e Concetto Cafiore, accompagnati dalle chitarre di Francesco Serratore e Nicola Nosengo, condurrà il pubblico lungo un percorso di scienza e conoscenza, fatto di balzi, intuizioni, accelerazioni, quello che ha portato l’essere umano a conoscere le vastità dell’universo di cui rappresenta una piccolissima, infinitesimale parte. La meraviglia dell’intelletto e le conquiste della ricerca.
Domani sera, in sala Petrassi: Quello che non so, percorso pirotecnico alla scoperta di alcune delle più affascinanti questioni ancora aperte della fisica contemporanea, a cura dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con Fernando Ferroni, Antonio Masiero, Camilla Maiani e, in collegamento da Ginevra, la direttrice del CERN Fabiola Gianotti.