Avviso ai cercatori di ‘benzina spaziale’ sulla Luna: se cercate nell’emisfero meridionale del nostro satellite l’idrogeno (che, combinato con l’ossigeno, alimenta i motori principali di lanciatori e navette) concentratevi sui pendii dei crateri orientati a sud, rispetto a quelli che guardano verso l’equatore (cioè verso il nord). Il consiglio arriva – indirettamente – da uno studio pubblicato sulla rivista Icarus, in cui Timothy McClanahan del Goddard Space Flight Center della NASA e colleghi presentano i risultati dello studio sulla distribuzione di elementi volatili ricchi di idrogeno nell’emisfero sud della Luna. E questo grazie ai dati raccolti dalla missione Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) della NASA. Certo, almeno nel limite della risoluzione delle misure, questa differenza a prima vista non sembra così impressionante: «ci sono, in media, 23 parti per milione in peso di idrogeno in più sui pendii rivolti verso il polo rispetto a quelli orientati verso l’equatore», afferma McClanahan.
Poco scarto, sì, ma comunque un risultato interessante dal punto di vista scientifico: è infatti la prima volta che è stata rivelata una differenza geochimica nell’abbondanza dell’idrogeno sui pendii lunari sia sotto forma di molecole d’acqua (due atomi di idrogeno legati a uno di ossigeno) che di ossidrile (un atomo di idrogeno legato a uno di ossigeno). Un risultato ottenuto dall’analisi dei dati raccolti dallo strumento LEND (Lunar Exploration Neutron Detector) di LRO. Perché questa differenza? McClanahan ci da una possibile spiegazione, usando un’analogia con il nostro pianeta: «Qui sulla Terra, nell’emisfero nord, se usciamo a passeggiare in una giornata di sole dopo una nevicata, possiamo notare che c’è una maggior presenza di neve nei versanti esposti a settentrione rispetto a quelli più soleggiati, che sono rivolti verso sud. Pensiamo che un fenomeno simile si stia verificando con i componenti volatili sulla Luna, quindi questi materiali facilmente vaporizzabili permangono più a lungo nei versanti orientati verso il polo e forse lì si accumulano in misura maggiore che in altri luoghi».
Anche grazie a queste recenti indagini, sta cambiando la nostra visione di come siano distribuiti i materiali volatili sulla Luna: già dagli anni ‘60 del secolo scorso, gli scienziati pensavano che si concentrassero solo nelle zone permanentemente in ombra nei crateri vicino ai poli lunari. Ora invece, si sta consolidando l’idea che questi composti siano distribuiti in modo più diffuso sulla superficie del nostro satellite. Nonostante questo cambio di prospettiva, non è però ancora sicuro se l’idrogeno lassù sia sufficientemente abbondante da rendere economicamente vantaggioso estrarlo in loco. «Le concentrazioni che stiamo rivelando ci dicono che quei terreni sono ben più aridi dei più aridi deserti sulla Terra» aggiunge McClanahan. Tuttavia, la risoluzione dello strumento LEND non permette di mappare in dettaglio anche i declivi più piccoli, dove potrebbero trovarsi abbondanze significativamente più elevate e, in più, i ricercatori devono ancora raccogliere e analizzare i dati di LRO relativi all’emisfero settentrionale. Insomma, la caccia ai migliori giacimenti di idrogeno sulla superficie del nostro satellite naturale è ancora aperta.
Per saperne di più:
- l’articolo Evidence for the sequestration of hydrogen-bearing volatiles towards the Moon’s southern pole-facing slopes di T.P. McClanahan et al. sul sito web della rivista Icarus