È online all’indirizzo einsteinpapers.press.princeton.edu, The Digital Einstein Papers, una raccolta digitalizzata dei carteggi tenuti da quello che a ragione possiamo definire lo scienziato più celebre del Novecento: Albert Einstein. L’iniziativa, lanciata dalla Princeton University Press, in collaborazione con Tizra, l’università ebraica di Gerusalemme, e il California Institute of Technology, raccoglie tutte le carte prodotte dal padre della relatività durante la sua lunga e fortunata vita di scienziato.
Un Einstein sconosciuto, nero su bianco, incerto di fronte alle sfide poste dalle sue teorie alla fisica moderna, spaventato dai risvolti politici della Germania nazista, apprensivo nei riguardi dei figli che non gli scrivono che poche lettere per raccontare cosa combinino. Una mole considerevole di carte, quella che ci ha lasciato l’autore della formula E = mc2 (che oggi molti portano stampata sulla T-shirt senza forse indovinarne il significato profondo e, al tempo, rivoluzionario).
Leggere oggi quelle pagine intime, zeppe di vita privata, ci aiuta davvero a conoscere meglio il genio che fu? O soddisfa solo il nostro lato voyeuristico da finestra sul cortile? Niente di tutto questo. Le migliaia di pagine di lettere, discorsi ed equazioni scritte a mano da Einstein offrono a chi voglia immergervisi uno spaccato dello scienziato al lavoro e del tempo in cui visse. Una risorsa preziosa per studiosi e ricercatori.
Alla digitalizzazione dei documenti hanno collaborato tanti enti scientifici: i dipartimenti di Scienze Biologiche, Scienze Matematiche e Fisiche, Scienze Sociali, Comportamentali ed Economiche della National Science Foundation, il National Endowment for the Humanities, il già citato Caltech: 40 anni di lavoro, oggi disponibile a tutti, online.
Di Einstein c’è praticamente tutto: dai voti della carriera scolastica agli sforzi per finanziare il lavoro di giovane professore, dalla prima formulazione della relatività ad appena 26 anni d’età, alle descrizioni dello scienziato apolide giramondo per forza e desiderio. Umorismo, idee politiche, grinta e un profondo amore per la musica.
Di grande interesse il blocco di documenti che copre l’arco temporale corrispondente al suo trasferimento negli Stati Uniti d’America. Sono anni di fermento, sia perché Einstein è già conosciuto come eminente scienziato, celebrità mondiale, che per il fermento politico che porterà dritto dritto allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Il primo viaggio in America lo fa sentire come un grosso bue a una fiera agricola: «Mi si porta a spasso come un bue da primo premio, a parlare innumerevoli volte di fronte a ogni genere di platea […]. È un miracolo che sia sopravvissuto a tutto questo».
E spunta fuori anche una raccomandazione per il Nobel a Niels Bohr: «Quando un giorno le generazioni future si troveranno a descrivere la storia dei progressi compiuti nella fisica moderna, dovranno riconoscere il salto di conoscenza fatto con la scoperta della natura degli atomi grazie a Bohr. Lui è, senza dubbio alcuno, uno dei più grandi innovatori del nostro tempo ».