Sono ancora lì. Non che si paventasse l’intervento d’uno “smacchiatore” cosmico, ovvio. Ma rivedere la coppia di chiazze brillanti, sulle quali da mesi s’interrogano gli scienziati, conferma che per la missione Dawn – da qualche settimana in orbita attorno al pianeta nano Cerere – sta andando tutto come previsto. E fa sperare che a breve il mistero che ancora avvolge quei due puntini, uno un po’ più chiaro dell’altro ma entrambi nettamente più luminosi del terreno che li circonda, potrebbe farsi meno fitto.
Questa la situazione al termine della prima orbita completa della sonda NASA attorno Cerere. Una prima ricognizione il cui risultato è la serie d’immagini della superficie del grande asteroide che vediamo qui a fianco. Immagini fondamentali, per il team della missione, ai fini di pianificare le prossime operazioni. Ora che l’avvicinamento si può dire terminato, inizia infatti per Dawn una fase, che partirà il 23 aprile e durerà circa tre settimane, durante la quale la sonda compirà un’orbita circolare a 13mila e 500 km d’altitudine, per poi cominciare a scendere progressivamente – così da migliorare la risoluzione dei dettagli – a partire dal 9 maggio.
«La campagna di raccolta delle immagini d’avvicinamento si è conclusa con successo», dice il direttore della missione Marc Rayman, del JPL della NASA, «offrendoci una vista preliminare galvanizzante del mondo che Dawn s’appresta a esplorare in dettaglio. E permettendoci di cominciare a porci domande nuove e intriganti». Già, perché con le ultime immagini la lista di tratti in attesa di spiegazione aumenta, invece di diminuire. E all’enigma delle macchie brillanti se ne va ad aggiungere almeno un altro: l’abbondanza di crateri, presenti in quantità tale da aver subito attirato l’interesse degli scienziati della missione.