È stato presentato all’Università di Roma La Sapienza, SESAME (Synchrotron-light for Experimental Science and Applications in the Middle East), un progetto scientifico internazionale per la costruzione, ad Allan, nei pressi di Amman, in Giordania, di una infrastruttura di ricerca basata su una sorgente di luce di sincrotrone di terza generazione, la prima del Medio Oriente. La comunità di utenti, composta da oltre 300 scienziati della regione, si sta preparando per i primi studi nel nuovo laboratorio, che è in procinto di lanciare il suo programma di ricerca: SESAME inizierà, infatti, le sue attività nel 2016. Si tratta di un supermicroscopio per applicazioni in vari campi, che costituirà un centro internazionale di eccellenza per la ricerca e la tecnologia avanzata, in grado di attrarre scienziati provenienti da settori molto diversi: dall’archeologia alla biologia, dalla chimica alla fisica, alla medicina.
Il progetto SESAME ha avuto origine a metà degli anni ’90 del secolo scorso per promuovere non solo la ricerca di eccellenza, ma anche la cooperazione scientifica. Oggi, sotto l’egida dell’UNESCO e con il supporto della comunità mondiale, SESAME rappresenta un brillante esempio di impegno globale, che vede lavorare insieme stati che non si erano mai seduti allo stesso tavolo per un progetto scientifico: Autorità Nazionale Palestinese, Bahrain, Cipro, Egitto, Iran, Israele, Giordania, Pakistan e Turchia. Inoltre, vi collaborano Italia, Francia, Spagna, Brasile, Cina, Germania, Grecia, Giappone, Kuwait, Russia, Svezia, Svizzera, Stati Uniti e Gran Bretagna. L’Italia vi partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), Sapienza Università di Roma e Città della Scienza.
«SESAME ha l’ambizione di essere per il Medio Oriente quello che il CERN è stato per l’Europa, dice il presidente dell’INFN Fernando Ferroni, una macchina di eccellenza al servizio di molte discipline scientifiche, che frantumi le barriere politiche e aiuti i ricercatori a trovare una ragione per far crescere la conoscenza e la qualità della ricerca in un’area così complessa».
«La Sapienza è orgogliosa di ospitare un evento che coniuga l’interesse per la ricerca scientifica d’eccellenza, con l’attenzione per il dialogo interculturale e la collaborazione fra scienziati e scienziate dell’intera regione», commenta Vincenzo Nesi, preside della Facoltà di Scienze. «Il progetto è e deve rimanere un progetto scientifico e, se avrà successo come progetto scientifico, vorrà dire che sarà riuscito nella difficile impresa di far lavorare assieme persone che ora vivono in un’area di conflitto», sottolinea l’Ambasciatore Andrea Meloni, direttore generale del Ministero degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale (MAECI).
SESAME sarà anche uno stimolo e un’occasione per l’industria locale e avrà un importante impatto sul territorio. Inoltre, è stato sviluppato un solido e intenso programma di formazione, che prevede scuole, meeting, borse di studio, e che ha già consentito di sviluppare le capacità scientifiche e tecniche necessarie alla costruzione e all’utilizzo della nuova macchina.