Nella regione più brillante di questa nebulosa incandescente nota come RCW 34, il gas viene riscaldato da giovani stelle calde e si espande in modo deciso attraverso zone di gas più freddo che lo circondano. Quando l’idrogeno caldo raggiunge il bordo della nube di gas si lancia fuori nel vuoto, come una bottiglia di spumante quando viene stappata: il processo prende il nome di flusso champagne. Oltre a un po’ di bollicine, la regione di formazione stellare RCW 34 ha altri doni: episodi multipli di formazione stellare all’interno della stessa nube. RCW 34 è nota anche con il nome di Gum 19 ed è centrata sulla stella brillante e giovane nota come V391 Velorum.
Questa nuova immagine è stata scattata dallo strumento FORS (FOcal Reducer and low dispersion Spectrograph) installato sul VLT (Very Large Telescope) dell’ESO in Cilesul VLT, acquisite all’interno del progetto Gemme Cosmiche dell’ESO. All’interno di RCW 34 — nella costellazione australe della Vela — un gruppo di stelle giovani e massicce si nasconde nella regione più brillante della nebulosa. Queste stelle hanno un drammatico effetto sulla nebulosa. Il gas esposto a una forte radiazione ultravioletta — come accade nel cuore di questa nebulosa — si ionizza, cioè gli elettroni si staccano dall’atomo di idrogeno.
L’idrogeno è un vero tesoro per i fotografi del cosmo, poiché risplende di un caratteristico colore rossastro tipico di molte nebulose e permette di creare bellissime immagini di forme bizzarre. È anche il materiale che permette di costruire fenomeni strani come questo flusso champagne. Ma l’idrogeno ionizzato ha anche un altro importante ruolo in astronomia: indica le regioni di formazione stellare. Le stelle nascono nelle nubi di gas che stanno collassando e perciò si trovano in abbondanza nelle regioni che contengono copiose quantità di gas, come RCW 34. Ciò rende la nebulosa particolarmente interessante per gli astronomi che studiano la nascita e l’evoluzione delle stelle.
Grandi quantità di polvere all’interno della nebulosa bloccano la vista sui processi interni di questa incubatrice stellare, profondamente nascosti nelle nubi. RCW34 si caratterizza per un’estinzione molto elevata, cioè quasi tutta la luce visibile di questa regione viene assorbita prima di raggiungere la Terra. Nonostante sia nascosta alla vista diretta, gli astronomi possono usare i telescopi infrarossi per sbirciare attraverso la polvere e studiare il nido di queste nuove stelle.
Guardando al di là del colore rosso si vede che ci sono grandi quantità di stelle giovani in questa regione, con masse di una frazione di quella del Sole. Sembra che siano ammassate vicino a stelle più vecchie e più massicce al centro, mentre poche si vedono verso la periferia. Questa distribuzione ha portato gli astronomi a pensare che ci siano stati successivi episodi di formazione stellare all’interno della nube. Tre stelle giganti si sono formate nel primo evento e hanno successivamente dato luogo alla formazione di stelle meno massicce nelle vicinanze. Le stelle brillanti più massicce hanno vita breve – misurata in milioni di anni – ma le meno massicce possono vivere più a lungo dell’attuale età dell’Universo.
Per saperne di più:
Leggi QUI il comunicato stampa in italiano dell’ESO