Osservata una lontanissima fabbrica di stelle: si trova a circa 12 miliardi di anni luce dalla Terra e potrebbe essere nata dallo scontro titanico fra due galassie. Le immagini arrivano dalle Ande cilene grazie al telescopio Alma, (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), al quale l’Italia partecipa attraverso l’Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) e con la Thales Alenia Space, che ha realizzato parti delle antenne.
Almeno sette diversi gruppi di scienziati hanno analizzato in modo indipendente i dati di SDP.81 presi da ALMA. Questa raffica di articoli scientifici ha disseminato informazioni senza precedenti sulla galassia, rivelandone dettagli sulla struttura, il contenuto, il moto e altre caratteristiche fisiche.
L’Italia è in primo piano anche con gli autori della scoperta, tra i quali Mattia Negrello, dell’Osservatorio Astronomico di Padova, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). Negrello, oltre ad aver analizzato le immagini di Alma, nel 2010 ha scoperto con il telescopio spaziale europeo Herschel la galassia in cui ora è stata osservata la culla di stelle.
Chiamata SDP.81, la galassia è stata scoperta grazie a un fenomeno naturale che funziona come una vera e propria lente di ingrandimento cosmica e che si verifica quando una galassia molto grande devia la luce di un’oggetto posto alle sue spalle ingrandendolo, un esempio quasi perfetto di un fenomeno chiamato “anello di Einstein“.
«Con Herschel vedevamo la galassia a una risoluzione troppo bassa, che non ci permetteva di distinguere la sua struttura e i suoi contenuti» ha detto Mattia Negrello all’ANSA. Alma ha permesso di osservare la galassia a una risoluzione senza precedenti per un oggetto così lontano, nato ai primordi dell’universo, dopo 1,7 miliardi di anni dal Big Bang. I ricercatori hanno così osservato una zona centrale e più compatta della galassia, dove si formano continuamente nuove stelle: in essa nasce una stella simile al sole ogni 5-6 ore, in confronto nella Via Lattea ne nasce una ogni anno.
«Questa regione, spiega il ricercatore INAF, si estende per circa 6.500 anni luce, alla sua destra vi sono le stelle già nate mentre in alto e in basso le stelle più vecchie».
Secondo Negrello, la distribuzione di queste stelle potrebbe essere la ‘spia’ di uno scontro cosmico: «le stelle più anziane potrebbero essere ciò che resta di due galassie che si sono scontrate e l’impatto potrebbe aver innescato la formazione di nuove stelle».