Dopo il successo del 2013 di ‘Fisica quantistica per poeti’, Christopher Hill e Leon Lederman – vincitore nel 1998 del Nobel per la Fisica e noto ai più per aver coniato l’espressione «particella di Dio» – tornano in libreria con questo nuovo testo divulgativo che vuole cercare di avvicinare il grande pubblico alla fisica, materia tanto misconosciuta, perché considerata troppo difficile, e soprattutto di spiegare ai lettori cosa aspettarsi dalla fisica nei prossimi anni: Oltre la particella di Dio (Bollati Boringhieri, pp. 361, 25 €).
Nel luglio 2012 il Large Hadron Collider (LHC) di Ginevra, il più potente acceleratore di particelle del mondo, ha rivelato l’effettiva esistenza della più elusiva delle particelle subatomiche, il bosone di Higgs. L’impresa ha avuto una risonanza senza precedenti anche tra il grande pubblico, ben oltre l’ambito scientifico di riferimento, e non finisce qui, anzi – a quanto pare – il meglio deve ancora venire.
Per dirla con le parole degli autori è un po’ come se gli scienziati che oggi lavorano sottoterra nei dintorni di Ginevra siano dei moderni Nibelunghi, o dei fabbri elfici modello come quelli del ‘Signore degli anelli’, e come i loro metaforici ascendenti abbiano creato un anello magico, in grado di dare un potere enorme a chi lo possiede. Il loro anello però è reale e non è fatto d’oro, bensì di tonnellate di acciaio, titanio, nichel, immerso all’interno di enormi tini di elio superraffredato e, mentre i Nibelunghi o gli elfi diedero poteri magici ai possessori del loro mitico anello i fisici stanno rivelando poteri fin qui mai visti, poteri misteriosi: le forze della natura, quelle che hanno scolpito tutte le cose all’interno dell’Universo, dalle galassie alle stelle, dagli esseri umani al DNA, dagli atomi ai quark.
Dopo due anni di perfezionamento è infatti partita la seconda fase di operatività di LHC, il cosiddetto RUN2.
Un primo fascio di protoni è tornato a circolare all’interno dell’anello sotterraneo di LHC, lungo 27 chilometri, seguito da un secondo fascio in rotazione nella direzione opposta. I fasci hanno circolato all’energia di iniezione di 450 GeV. Grazie al lavoro svolto negli ultimi due anni, LHC raggiungerà un’energia senza precedenti: il doppio rispetto alla prima stagione, lavorerà cioè a 13 TeV per fascio (contro i 6,5 TeV di prima, vedi Media INAF). Le collisioni all’energia di 13 TeV saranno il momento in cui gli esperimenti di LHC inizieranno a gettare il loro sguardo su un territorio ancora inesplorato.
La scoperta del Bosone di Higgs infatti, pur avendo fornito molte risposte, come spesso accade nella scienza ha anche portato un’infinità di nuove domande e questo libro, con un linguaggio semplice e comprensibile, mostra in che modo tutti questi problemi stanno ora portando gli scienziati a scandagliare la materia sempre più in profondità, fino al cuore della trama stessa della natura.
Per raggiungere questo obiettivo, il libro ci spiega anzitutto come si è giunti – e perché – alla scoperta della «particella di Dio», per poi guidarci verso le frontiere più avanzate della conoscenza.
Gli autori hanno inserito anche una sottile polemica, che una volta tanto vede l’Europa in vantaggio sugli americani: l’intera impresa che ha portato alla costruzione e al funzionamento dell’LHC finirà col conferire enorme potere economico e di prestigio ai portatori di questo anello, l’eclatante successo dell’LHC di Ginevra offre ai due americani il destro per criticare le scelte strategiche degli Stati Uniti nel campo della ricerca fisica di base, dalla quale sono attese enormi ricadute economiche e di ordine pratico.
Polemiche a parte c’è grande eccitazione per il RUN2 di LHC all’interno della comunità mondiale della fisica delle particelle. Grazie ai dati che saranno raccolti nei prossimi tre anni, si aprirà, infatti, una nuova finestra sull’universo subnucleare e chissà quali incredibili panorami sarà possibile osservare.