DOPO SETTE MESI IL LANDER S’È RISVEGLIATO

Philae c’è. E sta comunicando

Ieri sera, sabato 13 giugno, alle 22:28 ora italiana, il robottino inviato nel novembre scorso sulla cometa 67P dalla sonda Rosetta ha ristabilito il contatto con la sonda madre. La prima comunicazione è durata appena 85 secondi, e ora gli scienziati sono in attesa del prossimo collegamento. Bignami: «Una grandissima soddisfazione per la scienza, per l'Europa e soprattutto per l'Italia»

     14/06/2015

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Alle 22:28 di ieri, sabato 13 giugno, il robottino Philae dell’ESA è uscito dal letargo in cui era entrato il 15 novembre scorso dopo circa 60 ore di funzionamento. E, per la prima volta dopo sette mesi di ripetuti quanto inutili tentativi di comunicazione, ha finalmente rotto il silenzio. Lo ha fatto con una “telefonata” di 85 secondi alla sonda madre, Rosetta. Un collegamento durante il quale Philae ha inviato a Rosetta, e quindi a Terra, oltre 300 pacchetti di dati, che il team internazionale della missione sta processando e analizzando in queste ore.

«Una grandissima soddisfazione per la scienza, per l’Europa e soprattutto per l’Italia», dice Giovanni Bignami, Presidente dell’INAF, «che in Philae ha messo un grosso investimento di scienziati INAF, Universitari e industrie. Non avevamo dubbi che Philae sarebbe ripartito, soprattutto adesso che la temperatura della superficie della cometa è più calda di – 40 gradi, perché si sta avvicinando rapidamente al Sole».

«Philae si sta comportando molto bene. La sua temperatura di funzionamento è al momento di 35 gradi sottozero e ha a disposizione 24 watt», spiega Stephan Ulamec, project manager del robottino presso la DLR. «Il lander è pronto per le operazioni».

Ricostruendo dai pacchetti di house-keeping lo stato del robot, è saltato fuori che, in realtà, è già da qualche tempo che Philae s’è svegliato. Solo che non riusciva a comunicare con la sonda. I dati inviati durante il breve collegamento di ieri sera comprendono infatti informazioni raccolte nell’arco degli ultimi giorni cometari. E nella memoria di bordo del robottino ci sono ancora oltre 8000 pacchetti di dati. Pacchetti che gli scienziati contano di riuscire a scaricare nel corso del prossimo contatto, e che dovrebbero permettere di ricostruire cos’è accaduto di recente sulla cometa 67P.

Aggiornamenti a breve, stay tuned.