PRIMA CONFERENZA STAMPA PER SAMANTHA

«Faccio l’astronauta non la celebrità»

A pochi giorni dal rientro l'astronata italiana dell'ESA risponde alle domande dei giornalisti italiani riuniti presso la sede dell'ASI, in video collegamento da Houston e rivendica di essere prima di tutto un'astronauta al servizio della ricerca e della scienza. Il primo desideri realizzato al rientro? Una doccia e poi una bella insalatona fresca

     15/06/2015

vlcsnap-2015-06-15-18h21m11s284Afferma di non aver avuto particolari problemi in questi pochi giorni dal rientro dalla Stazione Spaziale Internazionale nonostante i 200 giorni in microgravità. Samantha Cristoforetti in collegamento da Houston risponde alle domande dei giornalisti italiani accolti alla sede dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Ammette però che non essere stata “seduta” per sette mesi fa sì che ci siano «tante parti del mio corpo che si risvegliano», ma anche di «non avere momenti di nausea» e di riuscire «a camminare abbastanza bene ora». Ma all’inizio, ammette l’astronauta del’ESA «mi sono sentita pesante come 500 tonnellate».

Duecento giorni sulla Stazione Spaziale Internazionale sono una bella esperienza ma «è troppo presto per dire cosa mi rimane di questo periodo. E’ un’esperienza che richiede tempo per elaborarla» spiega Samantha Cristoforetti. «In certi momenti -racconta- mi sembra di essere ancora sulla ISS, in altri momenti mi sembra che sia stato tutto un sogno», aggiunge.

Certo è che l’astronauta Samantha Cristoforetti rivendica che il suo mestiere è l’astronauta e non la celebrità rispondendo a chi le chiedeva del dibattito sul suo ruolo nella comunicazione della sua missione: «Quest’esperienza mediatica finirà» ora che è tornata sulla Terra. «L’esperienza è eccezionale, la viviamo in pochi. È giusto raccontarla. Ma l’esperienza mediatica continuerà nei limiti del ragionevole, poi finirà». E soprattutto: «Ho prestato le mie mani e i miei occhi alla scienza, ho servito la scienza». «Gli astronauti – ha continuato Samantha – non sono veri e propri scienziati ma lavorano con la comunità scientifica in tandem». «Ora io faccio un po’ da cavia e sicuramente le ricerche che ho condotto potranno avere ricadute per la salute e la vita delle persone sulla Terra». «Oltre ai dati prima del volo, ora saranno raccolti i dati post volo ed io – ha spiegato ancora Cristoforetti – dopo aver salutato i miei parenti più stretti, immediatamente sono stata messa nelle mani dei ricercatori qui a Houston».vlcsnap-2015-06-15-18h21m01s171

Ma c’è anche tempo per qualche curiosità come la prima cosa impossibile da fare nello Spazio e che si è realizzata appena tornata a Terra: Una doccia. La doccia tanto sospirata è avvenuta in Scozia, durante una delle due soste del volo che ha portato lei e il collega statunitense Terry Virts dal Kazakistan a Houston. «La prima doccia l’ho dovuta fare seduta su una sedia. Per un astronauta è molto pericoloso farne una in piedi appena rientrata dallo spazio dopo una lunga permanenza». Il secondo desiderio realizzato sulla Terra, impossibile nello Spazio è stato un pasto fresco: «Una bella insalatona con tonno, noci e pomodoro».