Sono passate decine di anni dall’inizio dell’era dell’esplorazione marziana, ma domande riguardanti il ciclo dell’acqua su Marte, l’origine del metano rilevato nella sua atmosfera e la variabilità delle tempeste di polvere non sembrano ancora aver ricevuto risposte univoche e definitive. Per risolvere questi ed altri interrogativi, viene lanciato in questi giorni UPWARDS (Understanding Planet Mars With Advanced Remote-sensing Datasets and Synergistic Studies) un Consorzio internazionale di sette istituzioni scientifiche europee, tra cui INAF, che nei prossimi tre anni analizzerà i dati raccolti dall’europea Mars Express e dalle altre missioni, sviluppando innovativi strumenti di analisi e nuovi modelli globali geofisici e atmosferici del pianeta rosso. Il progetto finanziato dalla Comunità europea per oltre 2 milioni di euro mira a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle per rivelare un Marte fino ad ora sconosciuto, in vista di Exomars e delle missioni future.
Giancarlo Bellucci, dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali e coordinatore dell’attività INAF di UPWARDS sottolinea come «la cooperazione tra queste istituzioni in un singolo progetto pone UPWARDS all’avanguardia della ricerca Marziana in Europa e consente all’Unione Europea di massimizzare le risorse destinate alla conoscenza di Marte».
Tutti gli istituti e gruppi di ricerca europei che compongono UPWARDS, vantano nei loro CV un forte coinvolgimento con la passata missione Mars Express, lanciata con successo nel 2003. Ma, come spiega Miguel Ángel López Valverde, ricercatore di IAA-CSIC (Spagna), coordinatore del progetto, «la strategia seguita finora nell’analisi dei dati spaziali era lasciare il compito al singolo laboratorio che aveva sviluppato lo strumento, rendendo i singoli processi isolati. UPWARDS sarà pioniere nella creazione di gruppi multidisciplinari per l’analisi coordinata delle informazioni raccolte da una missione spaziale, prima del suo lancio».
Tra i risultati fondamentali che UPWARDS aspira a raggiungere, si punta in primo luogo su una comprensione globale del pianeta rosso. Continua López Valverde «fino ad ora, sappiamo che composti come il metano e vapore acqueo sono espulsi dal sottosuolo del pianeta nell’atmosfera. Sappiamo che grandi quantità di CO2 e acqua sono depositati sotto forma di ghiaccio nelle regioni polari di suolo marziano, e sappiamo che ci sono composti, alcuni correlati con il ciclo dell’acqua che sono rotti dalla radiazione del sole per perdersi poi nello spazio. Ma non c’è ancora stato alcun studio congiunto di tutti questi processi che ci permetta di formare un’immagine coerente e globale».
La sinergia tra i diversi team sarà particolarmente utile per un’altra delle grandi sfide di UPWARDS: descrivere e comprendere il problema dell’acqua. La presenza di vapore acqueo, nuvole, ghiacci e variazioni stagionali indicano un ciclo attivo dell’acqua su Marte. «È molto importante capire questo per comprendere non solo l’attuale clima del pianeta, ma anche la forte influenza che esso ha avuto nel corso di milioni di anni sulla geologia marziana, così come le condizioni ambientali e le prospettive di abitabilità», spiega Marco Giuranna, ricercatore presso l’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’INAF.
UPWARDS produrrà anche un nuovo database globale del clima di Marte, inglobando le osservazioni di veicoli spaziali in simulazioni al computer che produrranno set di dati 4D (spaziale e temporale) per la comunità scientifica. Secondo Stephen Lewis, del dipartimento di scienze fisiche della Open University, «i dati forniti da UPWARDS agli archivi pubblici europei, e in particolare all’Agenzia Spaziale Europea, saranno molto preziosi per gli scienziati che studiano di Marte. Saranno utili, ad esempio, per comprendere il clima e i cicli chimici su Marte e per la preparazione delle missioni spaziali future, come ExoMars».
Per saperne di più: leggi del progetto sulla pagina INAF-IAPS