Più Star che Rock. Brian May, mitico chitarrista dei Queen, ha deciso di tornare al suo amore di sempre: l’astrofisica. Charlie Bolden, amministratore delegato NASA lo ha appena arruolato fra i consulenti scientifici della missione New Horizons per lo studio dei preziosi dati raccolti dalla sonda dell’Agenzia spaziale statunitense, all’indomani dello storico fly-by sul pianeta nano Plutone avvenuto lo scorso 14 luglio.
Che a Brian May intrigasse l’esplorazione del Sistema Solare si era già capito. In giugno, sul palco dei Metal Hammer Golden Gods 2015 di Londra, l’oscar dei metallari, si era speso in una lunga e dettagliata prolusione sulla missione ESA Rosetta per poi premiare Matt Taylor, project scientist della missione, meritevole di aver portato lontano come nessuno aveva fatto prima un grosso pezzo di metallo – e stiamo parlando del lander della sonda Philae (vedi MediaINAF).
Ma facciamo un passo indietro. Nel 2007 May conclude all’età di 60 anni la sua tesi di dottorato in astrofisica, uno studio sulle proprietà della polvere zodiacale per cui si è servito ampiamente dei dati raccolti al Telescopio Nazionale Galileo, il più grande telescopio italiano di proprietà dell’Istituto Nazionale di Astrofisica con sede a La Palma, nelle Isole Canarie, vicino alla cima di Roque de los Muchachos, ad una quota di 2360 metri.
Ora per May è arrivato il momento di dedicarsi ai dati di New Horizons (vedi MediaINAF). A presentarlo a una platea di ricercatori e giornalisti sbigottiti nientemeno che il responsabile scientifico della missione Alan Stern: «Vorrei ora presentarvi un nuovo collaboratore scientifico che entrerà a far parte del nostro team. È arrivato dall’Europa per darci una mano con i dati raccolti dalla sonda, può darsi che qualcuno di voi lo conosca».
Altrettanto divertente la risposta della Rock Star: «Sono uno di quelli che in Europa che sta incollato al computer e alla TV per seguire ogni vostra mossa. Che risultato straordinario: avete ispirato il mondo. Grazie».
Timido ed emozionato per la grande possibilità concessagli di visionare in anteprima immagini e dati raccolte dalla sonda NASA durante la transizione nel sistema di Plutone, Brian May ha trascorso tre giorni a stretto contatto con il team della missione. «Giorni indimenticabili», ha scritto il chitarrista dei Queen sul suo blog. «Alan Stern si è assicurato personalmente che venissi trattato come uno di famiglia e mi sono sentito davvero privilegiato per il privilegio che mi è stato concesso».